La continuità è la migliore amica dell'allenatore
Alcuni dei migliori esempi per dimostrare come gli allenatori con tempo e fiducia rendono come desiderato.
Come con i fiori. Pianti i semi, li annaffi, li curi e gli dai tempo. Il tempo di crescere e diventare forte. Con pazienza e fiducia. Questa è la formula per ritrovarsi poi nel giardino o nei vasi appesi sul balcone dei meravigliosi fiori.
E lo stesso vale per gli allenatori di calcio, almeno alcuni. Sono tanti i casi di tecnici che in un primo momento non sembravano all'altezza della situazione ma che poi con il tempo e il sostegno hanno dimostrato di valere qualcosa, più di quello che si pensava.
Come Mikel Arteta - Arrivato nel lontano 20 dicembre 2019 ad allenare l'Arsenal a sostituire Unai Emery per la stagione 2019/20. Nei seguenti mesi e anche nell'anno successivo non riesce a ottenere risultati soddisfacenti, conquistando consecutivamente due piazzamenti all'ottavo posto. Un percorso, senza dubbio, insufficiente. Tuttavia, ecco che con il tempo e il sostegno del mercato, oggi i gunners si trovano quarti in Premier League, con la qualificazione alla prossima edizione di Champions tra le mani.
Come Stefano Pioli - Arrivato per sostituire De Boer ed esonerato dall'Inter nel finale della stagione 2016-17 a seguito del mancato piazzamento in Champions e degli ultimi risultati deludenti. Così, nonostante non si fece nemmeno un anno sulla panchina nerazzurra e conquistò 39 punti in 23 partite, dovette far le valigie.
Oggi, però, il tecnico parmaritano si trova sull'altra sponda di Milano, al Milan. E' giunto a Milanello il 9 Ottobre 2020 al posto dell'esonerato Giampaolo e da quel giorno non si è più mosso di lì. Nonostante un inizio non brillante in termini di risultati che lo portò vicino ad abbandonare la panchina rossonera per lasciarla a Rangnick, la dirigenza del Milan decise di dargli fiducia in virtù dell'ultimo mese di campionato caratterizzato da ottime prestazioni. La stagione seguente, Pioli ha riportato il Diavolo in Champions e oggi lotta per vincere lo scudetto. Grazie alla continuità datagli.
Come Jurgen Klopp - Anche i grandi allenatori hanno bisogno di tempo e fiducia. Il tedesco mise piede ad Anfield l'8 Ottobre 2015, al posto del precedente tecnico Brendan Rodgers. Le cose all'inizio non erano semplici, i Reds faticavano a carburare. Però, Klopp chiese tempo alla dirigenza e ai tifosi, credeva nel suo lavoro e nella squadra. Quest'ultimi ricambiarono, facendo una delle migliori scelte della loro vita. Come volevasi dimostrare, nella stagione 2017-18 riesce a portare il Liverpool in finale di Champions League, in quella seguente la vince, vince il torneo più importante d'Europa per club, e l'anno dopo ancora porta sul tetto d'Inghilterra i suoi Reds. E oggi lotta per vincere sia campionato che Champions. Questo grazie alla fiducia datagli e con tanto di mercato importante.
Così come dev'essere per - o, perlomeno, merita - Simone Inzaghi. L'allenatore nerazzurro a seguito degli ultimi risultati insufficienti ottenuti è stato messo sotto accusa e alcuni voci parlano di un non escluso esonero. Tuttavia, l'Inter potrebbe nuovamente incappare nello stesso errore compiuto con Pioli. Il tecnico piacentino, nonostante abbia molte responsabilità per questo trend negativo, ha dimostrato nella prima parte di stagione di essere all'altezza del club e di avere ottime capacità.
Insomma, il più classico degli alti e bassi. Il che non è strano dal momento che non si trova nemmeno da un anno sulla panchina meneghina. D'altronde un lavoro fatto bene ha sempre bisogno di tempo, altrimenti non lo sarà mai. E vale per tutto e, come abbiamo visto, tutti. Per questo l'Inter, se vuole fare anche il suo bene o perlomeno provarci, deve dare fiducia a Simone Inzaghi.
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