Il ninja e il Faraone : la bontà delle cessioni
La stagione negativa del Cagliari non sarà certo ricordata con piacere da due ex nerazzurri come Godin e Nainggolan, arrivati sull’isola sarda con delle prospettive ben più ambiziose di una salvezza all’ultimo respiro. Allo stesso tempo, la loro partenza dall’Inter, criticata dai più, si è rivelata un sacrificio non poi così doloroso e insensato, dando ragione a chi, come Conte o Marotta, l’hanno avallata e architettata.
GODIN – Il primo a lasciare Milano fu Godin all’inizio della scorsa stagione, individuato come agnello sacrificale per far spazio, dal punto di vista economico, ad uno dei desideri di Villa Bellini, il fiero scudiero di Conte, Vidal. Le critiche e i dubbi dei tifosi furono la conseguenza del bel finale di stagione dell’uruguaiano, protagonista indiscusso della cavalcata europea, culminata con il gol dell’illusorio pareggio nella finale contro il Siviglia. Il rammarico più grande, infatti, stava nell’aver interrotto il percorso di crescita che Godin ha realizzato dal suo arrivo all’Inter.
Se pensiamo però a ciò che è accaduto dopo, in particolare al bunker difensivo costruito da Conte, capiamo come il rischio di lasciar andare via Godin, ormai perfettamente integrato, non era poi tanto avventato e casuale. La contestuale crescita di Skriniar e la definitiva esplosione di Bastoni sono, inevitabilmente, frutto di quella cessione.
NAINGGOLAN – Discorso diverso va fatto per il belga. La permanenza a Milano di Nainggolan, più che per necessità, era dettata da una mancanza di acquirenti, con il solo Cagliari alla finestra, ma in attesa di un super Black Friday che l’Inter non poteva permettersi. Così gli è stata data una nuova opportunità di giocarsi qualcosa di importante in una grande squadra, naufragata ben presto però tra infortuni, Covid e scarso impegno. Così a gennaio, con i sardi in una condizione di classifica pericolosa, si è riusciti a imbastire una trattativa che accontentasse un po' tutti e il Ninja è riuscito a tornare in Sardegna, raggiungendo il Faraone. Il trasferimento però non ne ha migliorato le prestazioni, complici anche una serie di difficoltà che hanno colpito l’intera squadra, ad un passo dal baratro Serie B.
Anche la sua partenza fu accompagnata da mugugni, nonostante una prima parte di stagione che aveva certificato la sua incapacità ad essere ancora un giocatore di livello. Con gli occhi adombrati di vecchi ricordi, molti tifosi avrebbero preferito insistere con lui, sperando in una miracolosa rinascita. Ma anche in questo caso, il futuro ha decretato la bontà della scelta. Puntare su una utopistica rinascita di Nainggolan avrebbe infatti bloccato l’inserimento di Eriksen, uomo simbolo della cavalcata nerazzurra del girone di ritorno.
FUTURO – A testimoniare la bontà delle scelte, oltre che il livello delle prestazioni e dei risultati raggiunti, troviamo anche le voci che, in questa prima fase di calciomercato, si stanno rincorrendo sul futuro dei due giocatori. Se per Godin esiste ancora qualche apprezzamento, specie dalla Russia ( l’uruguaiano ha però dichiarato di voler rimanere a Cagliari ), per il belga, di ritorno all’Inter, le offerte sono pari a zero, con il club di Giulini di nuovo in attesa dei saldi di fine stagione.
Fabio di Iasio