Marko Arnautovic con la maglia dell'Inter (Twitter)
Marko Arnautovic con la maglia dell'Inter (Twitter)

Avere in mano il trofeo della Champions League è uno dei sogni che ogni calciatore spera di poter realizzare. Dopo il mondiale, infatti, la Champions League rappresenta il punto più alto che chi gioca a calcio può raggiungere. E arrivarci quando hai appena 21 anni va oltre ogni più rosea previsione. È normale quindi lasciarsi andare ai festeggiamenti una volta conquistato un titolo così, soprattutto se si crede nel vecchio proverbio che recita: “Chi ben comincia, è a metà dell’opera”.

Marko Arnautović e l'Inter: storia di un amore mai sbocciato

L’opera, iniziata praticamente con il Triplete del 2010, non pare però aver seguito, nella sua seconda metà, il cammino iniziato. E Marko Arnautović, in delirio sul prato di San Siro con la coppa dalle grandi orecchie tra le mani all’alba del 23 maggio 2010, non sembra essere riuscito a proseguire la sua carriera come avrebbe sognato.

Nato a Vienna il 19 aprile 1989, Marko Arnautović inizia la sua carriera nel Floridsdorfer Athletiksport-Club, piccolo club con sede nel 21° distretto della capitale austriaca, chiamato appunto Floridsdorf. Dopo alcuni passaggi tra i settori giovanili tra le grandi del campionato austriaco, come Austria e Rapid Vienna, Arnautović passa al Twente. È nella piccola rivelazione del campionato olandese che l’attaccante austriaco si mette in mostra. A Enschede, infatti, esplode giocando per due stagioni nella selezione giovanile, guadagnandosi la chiamata in prima squadra e, a partire dal 2008, il posto da titolare nell’undici allenato dall’inglese Steve McLaren. Le prestazioni di Arnautović con il club in campionato e in Europa attirano l’interesse dei dirigenti dell’Inter che, nell’agosto del 2009, decidono di portarlo a Milano.

L’arrivo in Italia però, non è dei migliori. L’attaccante austriaco, infatti, soffre di una “frattura da stress al piede destro”, infortunio che gli fa perdere l’opportunità di accasarsi al Chelsea. L’Inter però ci crede e decide di prendere il giocatore nonostante la condizione fisica non ottimale. La formula scelta è quella del prestito con diritto di riscatto legato proprio alla ripresa dall’infortunio che, tra l’altro, lo rende indisponibile per una fetta consistente della prima parte della stagione.

L'esordio con la maglia dell'Inter avviene quindi il 6 gennaio 2010 contro il Chievo: Arnautović sostituisce Mario Balotelli giocando i tre minuti finali della partita vinta per 1 a 0 in trasferta a Verona. Quattro giorni dopo, il 10 gennaio, è in campo per tutto il secondo tempo della rocambolesca vittoria dell'Inter contro il Siena al posto dell'infortunato Stankovic. I primi minuti giocati con la nuova maglia e la buona prestazione contro Siena, arrivati ​​a seguito della punizione disciplinare inflittagli durante il ritiro di Abu Dhabi dal tecnico Mourinho, sembrano essere il preludio di un finale di stagione in crescendo. In realtà, Arnautović scede in campo solo in un'altra occasione in tutto il suo 2010 nerazzurro e deve attendere oltre tre mesi. Il 24 aprile, infatti, gioca la sua terza e ultima partita con la maglia dell'Inter:

Il dopo-Inter di Arnautović: tra pochi alti e molti bassi

Dopo l’avventura in nerazzurro, che terminerà alla fine della stagione, Arnautović cambierà altre quattro maglie: passerà in estate ai tedeschi del Werder Brema, poi agli inglesi dello Stoke City e quindi a quelli del West Ham. Nel 2019, a trent’anni, passerà al suo club attuale, lo Shanghai Port FC, che disputa il campionato cinese.

Ma cosa ha portato un giovane di belle speranze a toppare così malamente nel campionato italiano? Beh, semplice: il passaggio dalla piccola e tranquilla Enschede alla grande e nottambula Milano . Per chi non ci fosse mai stato, Enschede è una piccola e tranquilla cittadina dei Paesi Bassi al confine con la Germania. I 158 mila abitanti non sono soliti festeggiare tanto quanto gli oltre 7 milioni dell'area metropolitana milanese: “A Milano c'erano Fashion Week, ristoranti, club e belle donne. Per me era impossibile smettere ”, avrebbe dichiarato negli anni successivi Arnautović.

Una questione, quella della scarsa professionalità del giocatore, che sarebbe stata poi poi sottolineata anche da Torsten Frings , suo capitano nel Werder Brema. Anche in Germania, Arnautović non riuscirà a imporsi, mentre sarà la terza stagione allo Stoke City (2015-2016, ndr) a regalare le maggiori gioie sul lato delle prestazioni all'attaccante. Grazie a un tridente formato insieme a Shaqiri e Bojan Krkić , Arnautović chiude l'anno con 40 partite e 12 golivo, ancora oggi suo record personale. I risultati raggiunti con lo Stoke City lo porteranno ad accasarsi al West Ham nel 2017 dove, nonostante le raccomandazioni del suo allenatore David Moyes ad impegnarsi di più, giocherà due stagioni a buon livello. Prima di cedere alle sirene cinesi che lo faranno approdare a Shangai. Oggi Arnautović, oltre al calcio, si dedica anche a un'altra delle sue passioni: l'alcol. In senso buono però, le feste di Milano sono lontane: l'attaccante austriaco infatti produce vodka e gin che portano il suo nome.

Quella serata di maggio con la Champions League tra le mani, con quei festeggiamenti senza freni che lo resero il beniamino del pubblico di San Siro, però, rimane l’ultimo momento in cui Marko Arnautović da Vienna ha potuto sollevare un trofeo.


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