Da Hakan Sükür a Erkin: i giocatori turchi nella storia dell'Inter prima di Calhanoglu
L'ormai ex Milan sarà il sesto
Come dichiarato dallo stesso giocatore, nella giornata di domani Hakan Calhanoglu firmerà un triennale con l'Inter. Il fantasista turco lascia quindi il Milan dopo quattro anni, nel corso dei quali ha messo a referto 32 gol e 48 assist.
L'ormai ex rossonero sarà il quinto giocatore turco della storia del club di Viale della Liberazione. Vediamo chi sono gli altri.
HAKAN SÜKÜR
Il primo calciatore turco a vestire la casacca nerazzurra è stato Hakan Sükür (nella foto di copertina). Nato nel 1971, per anni è stato una bandiera del Galatasaray, con cui nel 2000 aveva alzato al cielo la vecchia Coppa Uefa, nella finale vinta contro l'Arsenal. L'Inter lo ingaggia pochi mesi dopo, e Sükür rimane a Milano fino a gennaio 2002, quando firma con il Parma.
Con l'Inter ha collezionato un bottino di 34 presenze e 6 gol totali. Lo si ricorda soprattutto per il bellissimo gol nel derby del 7 gennaio 2001 quando con un tiro al volo, su assist di Seedorf, infila Abbiati (la partita finirà poi 2-2).
Oggi la sua vita è cambiata radicalmente: accusato in Turchia di aver partecipato al colpo di stato contro Erdogan, oggi l'ex attaccante vive negli States e fa l'autista Uber. Così racconta in una intervista di gennaio 2020 al Welt am Sonntag: "Golpe? Quale sarebbe stato il mio ruolo? Nessuno è in grado di spiegarlo Ho sempre fatto cose legali. Non sono un traditore o un terrorista. Sono un nemico del governo, ma non dello Stato o della nazione, amo il mio paese”.
Grazie al partito era aumentata la mia popolarità. Poi quando sono iniziate le ostilità è cambiato tutto. Ricevevo continue minacce dopo ogni dichiarazione. Hanno lanciato bombe nella boutique di mia moglie, i miei figli sono stati molestati per strada. Mio padre è stato incarcerato e tutti i beni sono stati confiscati. Ho gestito una caffetteria in California, ma venivano persone strane al bar”.
OKAN BURUK
L'ex centrocampista approda in nerazzurro nel corso dell'estate 2001 assieme al connazionale Emre Belozoglu. Alla guida dell'Inter c'è Hector Cuper, ma l'esperienza di Okan a Milano, durata tre stagioni, non è particolarmente positiva: impiego con il contagocce e prestazioni non pienamente convincenti quando schierato in campo.
Degno di nota il bel gol di testa segnato alla Roma nel campionato 2002/2003, che permise all'Inter strappare il pareggio.
EMRE BELOZOGLU
Come sopra indicato, anche lui sbarca in nerazzurro nel 2001. Di bassa statura e soprannominato "la zanzara" o "il Maradona del Bosforo", il rendimento di Emre è piuttosto altalenante: a forti colpi di classe - su tutti il bellissimo gol di pallonetto realizzato in quel memorabile 3-3 in casa della Lazio - alterna performance non molto positive.
Rimane comunque per quattro stagioni, e al termine dell'ultima - la prima di Roberto Mancini al timone della squadra - alza al cielo la Coppa Italia. Dal 2001 al 2005 colleziona 115 presenze e 5 gol.
UMIT DAVALA
Il quarto giocatore turco è Umit Davala, che arrivò dall'altra sponda del Naviglio nell'estate 2001, in uno scambio che vide il passaggio di Dario Simic al Milan. Dodici mesi prima fu Fatih Terim a volerlo fortemente in rossonero. Tuttavia, Umit non debutta mai con la maglia dell'Inter: il club di Moratti lo gira prima al Galatasaray e poi al Werder Brema, che nel 2004 lo acquista a titolo definitivo.
CANER ERKIN
Siamo a luglio 2016, e ad Appiano Gentile si vede un nuovo giocatore turco: si chiama Caner Erkin, e di ruolo è un terzino sinistro. Ad allenare i nerazzurri c'è di nuovo Mancini, poco più di un anno e mezzo prima.
Tuttavia, la sua esperienza interista termina ancora prima di cominciare, in quanto non convince né Mancini né de Boer, che gli era subentrato ad agosto. Così, prima della chiusura della finestra di calciomercato, torna in patria e firma con il Besiktas.
Alcuni anni dopo, in occasione di una intervista rilasciata a FcInterNews,it, Erkin si scaglierà proprio contro de Boer: "Non ho mai capito perché dimostrasse un tale atteggiamento nei miei confronti. Non sono mai stato nei suoi piani sin dal giorno in cui mise piede in Italia. Mi ha lasciato fuori nell’ultima partita della pre-season e, dopo averlo fatto, anche nelle esercitazioni delle prove successive. Dovevo allenarmi individualmente, separato dalla squadra, con un mister personale. Fondamentalmente stava usando una tattica di manipolazione affinché mi sentissi frustato. Il suo atteggiamento ha cambiato totalmente la mia carriera calcistica. Non riesco a trovare spiegazioni al riguardo".
Articolo scritto da Raffaele Campo