ESCLUSIVA - Parla l'ex nerazzurro Bolzoni: “Vi racconto i miei ricordi con Samaden”

La partenza di Roberto Samaden a fine stagione sta passando in secondo piano. In queste ore sale l'attesa della sfida di Champions League tra Inter e Benfica, anche se un pensiero sul futuro rimane sempre. Uno dei cambiamenti che avverranno sarà appunto il cambio in area giovanili. 

Di questo ha parlato in esclusiva al nostro sito Francesco Bolzoni. L'ex giocatore, ritiratosi da poco, ora ha iniziato da collaboratore tecnico in una squadra svizzera di terza serie (la ticinese FC Paradiso), ha espresso alcune considerazioni su questa decisione con uno sguardo indietro ai suoi tempi in nerazzurro.

Francesco, come ti ha scovato Roberto Samaden?

“Io all'epoca giocavo in una squadra locale nel lodigiano dove sono originario. Ero nel San Colombano al Lambro e il mio allenatore Donato Troiano (interista sfegatato) ha parlato con l'allora osservatore per il territorio di Lodi Riccardo Ferri e così sono entrato all'Inter”.

E poi com'è iniziato il tuo percorso in Primavera?

"Proprio con Samaden allenatore! Era un tipo autoritario, che oggi sarebbe ideale per la gioventù. Vedo che i ragazzini dei nostri giorni sono un po' troppo liberi e senza un'autorità che gli insegni l'ABC della vita. Io ripeto sempre che lui è stato un test importante, per il quale se superavi l'anno di allenamento con Samaden avevi poi più possibilità per andare avanti nelle Giovanili dell'Inter. Lui ti formava, prima che da un aspetto tattico, sotto un aspetto mentale"

Un mentore che mancherà quindi all'Inter secondo te?

“Indubbiamente, l'Inter perderà una grande persona che in questi anni ha portato tanti talenti e li ha resi grandi giocatori. Io poi facevo parte di quella generazione che aveva in squadra Mattia Destro, Leonardo Bonucci, Mario Balotelli, Vidim Belec, Caldirola. Tutti abbiamo fatto più o meno una buona carriera ed è grazie a Samaden". 

Si fanno i nomi di Catellani che di Tarantino per il dopo Samaden. Cosa pensi di loro?

“Catellani lo conosco perché ci siamo trovati in campo da avversari spesso. L'altro non lo conosco ma chi arriva lì sicuramente è perché merita di andare in un club prestigioso come l'Inter, a maggior ragione se devi fare le basi dell'Inter di domani”

Pensi che anche l'Inter dovrebbe dotarsi di un'Under-23 sul modello della Juventus per ridurre il gap tra Primavera e prima squadra?

“Sono assolutamente d'accordo. In realtà dovrebbero farlo tutte le squadre, non solo l'Inter. Dove lavoro in Svizzera è ormai consuetudine fra le squadre. Qui tutte hanno una sorta di team collante fra prima squadra e giovanili. Questo ragionamento io lo estendo anche alle squadre di Serie B e C in Italia, dove anche lì il gap è tanto. Anche nelle serie minori trovi squadre difficili dove non è tanto l'aspetto tattico ma il ritmo di gioco e la tenuta mentale che non tutti possiedono, specie se ancora giovani. Diversi giocatori, soprattutto quelli più ”anziani", hanno motivazioni diverse da un giovane". 

A parer tuo, quest'anno qualche giovane poteva avere più spazio nel corso della stagione?

“Io non avrei rischiato, visto il grande gap di cui si parlava prima. Quando esordii in prima squadra io le cose erano più facili, poiché il gruppo era avanti di diversi punti in campionato e si poteva fare esperimenti. Dirò sempre grazie al mister Mancini per l'opportunità concessa”

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