Analisi tattica Sassuolo-Inter: primo tonfo stagionale
Dopo un inizio di campionato glorioso arrivano le prima difficoltà per l'Inter, è una sconfitta estemporanea o c'è qualcosa che non va?
A San Siro arriva il Sassuolo, e non è mai una buona cosa.
I neroverdi arrivano di gran carriera con lo scalpo della Juve in mano mostrato con orgoglio, determinati a giocare il solito scherzetto ai Nerazzurri.
Dionisi lo chiamano “ammazzagrandi” per un motivo: il Sassuolo non è partito bene in questo campionato (3 punti in 4 partite, una sconfitta sonora contro il Frosinone dopo essere stati in vantaggio 2-0), complici equilibri da ritrovare dopo la partenza di Frattesi e l'inserimento di Boloca, Viti e Vina, oltre alla pesante “grana” Berardi ad inizio stagione.
Poi arrivano Juventus e Inter, 6 gol e 6 punti portati a casa, classifica già risalita.
Ed Inzaghi conosceva il rischio, tant'è che schiera la sua formazione titolare come Dionisi (eccezion fatta per Viti).
L'Inter parte forte come al solito, vuole sbloccare subito subito la partita per gestire il vantaggio come fa spesso ma il Sassuolo è ben messo in campo, fa una pressione abbastanza alta e mette in atto soluzioni in costruzione e sviluppo del gioco interessanti passando spesso per il centro del campo.
Inoltre c'è un'analogia con la brutta prestazione offerta con la Real Sociedad: il Sassuolo ha giocato frangenti di partita col blocco medio.
Chiaramente i valori in campo erano diversi e l'Inter ha offerto buone soluzioni, in teoria, per attaccarlo.
“In teoria” perché poi in campo ha sbagliato spesso l'ultimo passaggio, sia per mandare in porta il compagno sia per sfruttare situazioni di campo aperto.
La chiave è sempre la stessa, ovvero sfruttare l'ampiezza della manovra per liberare spazio sulle fasce, o attaccare centralmente per poi distribuire agli esterni.
L'Inter però è riuscita qualche volta ad impegnare sia centrocampisti che esterni attirando il terzino e liberando spazio in profondità, nasce proprio così il gol del vantaggio di Dumfries.
Non solo, la pressione sull'uomo del centrocampo del Sassuolo era abbastanza modellabile facendo uscite palla di “contiana” memoria, Mkhitaryan, Calhanoglu e Barella che svuotano il campo per attirare la pressione e lasciare linee di passaggio per gli attaccanti.
Sono state queste le soluzioni che gli ospiti hanno maggiormente sofferto trovandosi costretti a concedere tanto campo e ripiegare, subendo l'eccessiva differenza di atletismo con giocatori come Thuram e Dumfries.
Cosa è andato storto dunque? Come detto, spesso i giocatori hanno fatto scelte sbagliate o errori tecnici che hanno impedito all'Inter, non solo di attaccare la porta, ma anche di tirare, realizzando quindi tante potenziali occasioni da gol sprecate.
Oltre a questo tipo di errori (ce ne sono stati una miriade) abbiamo visto mancanza di lucidità e troppa fretta in molte occasioni.
Ma anche errori grossolani come dei lisci al momento del tiro, ne ricordiamo due di Dimarco e Thuram.
Nonostante queste mancanze il vantaggio arriva grazie ad un'iniziativa personale (quelle che tanto mancano) a fine primo tempo.
Da lì praticamente l'Inter smette di giocare, comincia a lanciare lungo spesso anche dopo la sostituzione di Thuram e fa il gioco del Sassuolo, entrato alla grande dopo la ripresa del gioco.
Oltre alle lacune in fase di possesso, la squadra di Inzaghi ha sofferto molto a centrocampo, dove grazie alle ottime proprietà di palleggio del trio Matheus-Boloca-Bajrami veniva spesso infilata.
I Nerazzurri hanno sofferto molto di più il palleggio degli avversari quando c'era da difendere bassi che in fase di (prima) pressione alta.
Questo perché si alzava coi quinti sui terzini, non permettendo agli ospiti di provocare ambiguità nelle marcature.
Quando l'Inter si abbassava infatti ad andare sui terzini erano le mezzali come al solito, lasciando però inferiorità a centrocampo ed i reparti troppo distanti l'uno con l'altro.
Poi chiaramente ci sono da considerare gli episodi: Berardi fa un grandissimo gol e Sommer fa un brutto errore (brutta partita anche coi piedi per lui) sul primo gol, anche lì però c'è tanta distrazione in fase di difesa posizionale e non è la prima volta.
L'Inter deve riuscire a portare a suo vantaggio gli episodi con lucidità e consapevolezza che in campionato il 95% delle squadre sanno di essere sfavorite.
La sconfitta chiaramente ci può stare, soprattutto in un infrasettimanale e dopo l'ottima partenza, quello che preoccupa un po' è l'atteggiamento nel secondo tempo, troppo rinunciatario.
L'impressione è che i nerazzurri fossero convinti di pareggiarla per inerzia, smettendo di giocare il loro calcio. Ho notato anche che se non trovano il gol subito cominciano ad innervosirsi.
Capitolo Inzaghi: il problema non è mettere i titolari in questa partita che era da non sottovalutare, probabilmente aveva già in testa di fare turnover contro la Salernitana e prepararsi al meglio per la sfida di Champions col Benfica.
Il problema è capire chi sono i titolari piuttosto. Pavard non può non giocare in questa squadra. E' stato titolare inamovibile al Bayern Monaco per anni, è un giocatore di caratura internazionale che a Milano dovrebbe essere imprescindibile per quanto Darmian sia un ottimo giocatore. Si spera solo che Inzaghi stia aspettando di farlo integrare al 100% per farlo giocare sempre e che non continui a fidarsi sempre degli stessi.
Discorso simile ma diverso per Mkhitaryan, ci sta considerarlo titolare ovviamente ma è alla terza partita partita consecutiva in cui non brilla, per usare un eufemismo. Frattesi è costato tanto, un investimento importante anche voluto da lui, è bene cominci ad aumentare il minutaggio.
In generale il mister sembra debba capire come gestire al meglio il gruppo, anche coi cambi che sono ormai prestabiliti a prescindere dal risultato.
Niente panico comunque, la squadra sembra lucida al contrario di come si dice, purtroppo l'infortunio di Arnautovic costringe a fare gli straordinari in attacco, ma ad esempio la finta di Lautaro grazie al quale stava per segnare il gol del pareggio fa pensare ad un giocatore che ha le forze mentali e fisiche per pensare razionalmente, il che non è scontato per lui.
Importante adesso mettere a tacere le critiche con una vittoria a Salerno, poi testa ad un appuntamento di Champions da non sbagliare.