Antonio Conte, allenatore dell'Inter dal 2019
Antonio Conte, allenatore dell'Inter dal 2019

POST SASSUOLO - Al termine della partita contro il Sassuolo, gran parte dell’opinione pubblica ha iniziato a discutere sul gioco dell’Inter , su come la squadra nerazzurra abbia ottenuto questi risultati e sulle sue prospettive, soprattutto in chiave europea. 

Dai social alle tv, passando per le principali testate sportive italiane,  la domanda era una sola: quanto è bella l’Inter di Conte? 

Innescato sulla scia del dibattito proposto da vari opinionisti italiani, sull’importanza cioè del gioco rispetto alla vittoria in sé, quello sull’Inter è, come spesso accade in Italia, un’esasperazione del tema, che svilisce l’intera discussione. 

LE ULTIME GARE - Le gare contro Bologna e Sassuolo non saranno state di certo delle gare da ricordare, di sicuro hanno sollevato qualche critica, ma l’errore che spesso si fa è quello di non contestualizzare una partita, vedendola come un qualcosa che inizia e finisce nei 90’ di gioco.  Giocare infatti dopo la pausa delle Nazionali è sempre una piccola incognita, figurarsi farlo per due volte in quattro giorni e all’interno di una stagione che, in definitiva, non ha mai visto una pausa da quella precedente. 

Chiedere perciò ad una squadra, a questo punto del campionato, di essere brillante, lucida e competitiva allo stesso tempo è da folli. Chiederlo poi ad una squadra che non vince da undici anni, che, per la prima volta, sente di potersela giocare e vede contendibile qualcosa che, fino all’anno scorso, era poco più che un sogno, è da negazionisti della realtà. 

IL GIOCO DI CONTE - Ovviamente la critica sul gioco di queste ultime due partite è legittima, la verità in questi casi non è mai una sola. Ma generalizzare e criticare quanto fatto, sul piano del gioco, in un’intera stagione è sbagliato. Abbiamo ancora negli occhi il secondo gol di Martinez nel derby di febbraio, un’azione perfetta fatta di movimenti sincronizzati e attacchi della profondità, scegliendo, parole di Eriksen, dove far correre gli avversari per crearsi poi gli spazi giusti. 

Qualcuno lo definisce catenaccio, altri parlano di ripartenze, i detrattori più accaniti la semplificano con “palla a Lukaku e vediamo che succede”.  Mai nessuno però si è cimentato nel mettere insieme tutti questi elementi e valutare il gioco di Conte per quello che è, cioè una ricerca precisa e studiata di, come li chiamano nel basket, vantaggi, da sfruttare per far male agli avversari. 

Non c'è nessun vantaggio nel pressare forte i portatori di palla del Sassuolo, perché loro sono abituati a far girare la palla velocemente e trovare gli uomini liberi, mentre posso prendermi dei vantaggi chiudendo le linee di passaggio, rallentando il loro ritmo e sfruttando gli spazi dietro che il loro gioco concede. La riuscita o meno della strategia poi dipende da molti fattori, in primis la condizione fisica che, nelle ultime uscite è mancata, rendendo l’Inter meno efficace e determinante. 

IN CONCLUSIONE - Alla luce di tutto ciò quindi, è giusto criticare l’Inter? Dipende dalle argomentazioni, come sempre. Farlo per il gusto di criticare e sminuire il lavoro degli altri è sempre sbagliato, mai accettabile, mentre farlo perché si hanno idee diverse e principi differenti è, non solo legittimo, ma necessario, perché come ogni forma d’arte, anche il calcio è giusto che abbia le sue mille declinazioni. 


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