Suning.com, debiti da 7 mld. Spese eccessive, la concorrenza di Alibaba e vuote minacce: la storia del declino del colosso cinese
La situazione di Suning.com in Cina non è rosea. Dopo avervi raccontato la sospensione del titolo Suning Tesco alla borsa di Shenzen lo scorso 16 giugno a 5,59 yuan, a gettare ombra sul colosso di Nanchino è il sito finanziario .
Secondo le stime fatte, dunque, Suning avrebbe un debito pari a 7 mld di dollari in scadenza entro un anno. Si legge: "a complicare le cose le entità affiliate che sono controllate da Zhang e detengono quote di Suning, quotata a Shenzhen, le quali hanno impegnato le azioni per prestiti, così come lo stesso fondatore. Una somma che è posseduta al 50% da Zhang ha un debito insoluto di 1,8 miliardi di dollari secondo Dealogic. Le azioni della società sono state sospese la scorsa settimana, dopo che un tribunale di Pechino ha congelato un quarto delle azioni di Zhang in risposta a un prestatore che chiedeva il rimborso anticipato di un prestito.
La crisi di Suning, fa eco Forbes, viene da lontano. Fra il 2015 e il 2019, infatti, Suning ha dato fondo a spese eccessive, con l'acquisto di quote di Unicorn, Carrefour, il 68% dell'Inter e il prestito di 3 miliardi di yuan a Evergrande nell'operazione Hengda -marchio Evergrande- per salvare la prima azienda privata cinese da una bancarotta annunciata. Ecco da dove nascono i problemi di liquidità.
Con la pandemia, ovviamente, il tutto si è acuito. Continua Forbes: “E la voragine sembra senza fine: non è bastato cedere una parte del gruppo a due finanziarie pubbliche per 2,3 miliardi di dollari (ma a un prezzo inferiore del 70% rispetto ai prezzi del 2015) per mettere in sicurezza la casa madre, che entro l’anno dovrà far fronte a scadenze per 2,45 miliardi. La punta di un iceberg da oltre 6,6 miliardi, di cui due terzi in obbligazioni a breve, su un’esposizione complessiva per 30 miliardi”.
La colpa principale di questo declino, però, paradossalmente è da imputare all'avanzata di Internet. Proprio così. Un'azienda che fa largo uso di internet per vendere non è riuscita, secondo Caixin, autorevole rivista finanziaria cinese, a reggere la concorrenza sui prezzi di Alibaba (che ha comprato nel 2015 un quinto di Suning per 4,6 mln di dollari) o competitor online.
Nel frattempo, l'agenzia Reuters parla di un salvataggio da parte del “cavaliere bianco”, alias Alibaba (la stessa che è stata carnefice involontaria di Suning), che potrebbe comprare altre azioni (oltre il 20% già in possesso) e salvare così il colosso di Nanchino. Nello specifico è la controllata Suning Real Estate, secondo Reuters, che dichiarerà bancarotta il 2 luglio. Tuttavia, attraverso il proprio profilo Weibo, Suning ha specificato che adirà per vie legali contro chiunque alimenti tali fake news.
Questo non ha molto a che vedere con l'Inter, che è in mano al 68% a Suning, a sua volta controllante attraverso Great Horizon. Tuttavia, prestiti e tassi di interesse e crisi di liquidità interessano anche il club nerazzurro. Presi i 275 mln dal prestito di Oaktree, bisognerà restituire la somma con un tasso del 9% fra 3 anni (375 mln complessivi), ma entro dicembre c'è anche la scadenza del rifinanziamento dei due bond anch'essi da 375 mln. Quindi 700 mln che difficilmente usciranno dalla madre Cina.
In conclusione, si può dire che la situazione è davvero allarmante. Prestiti per l'Inter e salvataggi in extremis per Suning non sono un bel segnale, ma, al contrario, l'immagine di una società che annaspa, con la speranza di farcela una volta terminata la pandemia.