Foto: Inter.it
Foto: Inter.it

In questi mesi di sfortune per l'Inter, almeno un'unica fortuna ce l'ha avuta. Essa ha pure un nome, e si chiama Giuseppe Marotta.  

Qualche mese fa, mentre Conte - comprensibilmente - diceva addio, nel frattempo che Hakimi faceva i bagagli a causa del diktat imposto dalla proprietà di abbassare i costi e fare cassa, dinanzi a problemi economici ben superiori per essere risolti con la sola cessione del marocchino, come dimostra quella di Lukaku, lui è rimasto saldo al timone.

E si è detto persino felice all'Inter e intento a proseguire la sua avventura da amministratore delegato in nerazzurro. Non si è fatto abbattere e si è messo al lavoro. E che lavoro. Da quando c'è lui, il club milanese è uscito da ogni situazione, bella o brutta che fosse, nel modo migliore.

Quando era il momento di alzare l'asticella, di costruire e migliorare, lui ha messo su una squadra capace di vincere lo scudetto, come di fatto è stato. Un successo arrivato grazie alla mentalità da vincente e professionalità che ha portato all'ambiente, come fosse un'ondata di fresco in un pomeriggio afoso d'estate a Messina. In poche parole: ce n'era davvero bisogno.

Ma per spiegare bene il suo immenso lavoro non basta una similitudine. Perché sono state tante le sue gesta che hanno riportato l'Inter ad essere grande. Si è ritrovato con la grana di Icardi, e se n'è liberata egregiamente. Quando c'erano comportamenti privi di disciplina, ha preso provvedimenti. Ha portato a Milano giocatori del calibro di Lukaku, Eriksen e Hakimi. Ha preso giovani di gran prospettiva, li ha messi sotto la guida giusta, facendoli diventare i campioni d'Italia che sono oggi.

E adesso che invece è arrivato il momento di fare dietrofront, di far quadrare i conti e di togliere qualche pezzo importante,- in sostanza - è giunto il periodo brutto, Marotta ha addirittura compiuto gesta migliori.

Ha ceduto sì due top player della squadra ma lo ha fatto a causa della nota situazione finanziaria di Zhang che influenza negativamente il club nerazzurro ed ha pur sempre incassato 180 milioni di euro, a fronte di 115-120 spesi per averli. Anche se al tifoso può importare poco, aver racimolato così tanto grano ha permesso che i soldi da usare per il mercato, oggi, siano di più.

E nonostante abbia la disponibilità di spendere solamente 50 milioni, ha portato in base tre ottimi giocatori (Calhanoglu, Dumfries e Dzeko) che non compensano di certo le cessioni di Lukaku e Hakimi ma che hanno comunque permesso di limitare al meglio i danni, mantenendo la rosa competitiva sia oggi che, in base ai nomi più probabili emersi fin'ora per l'attacco, ovvero Correa o Kean - oppure, magari, tutti e due -, in futuro.

Lo scrissi qualche mese fa, quando le cose cominciarono a precipitare: fin quando ci sarà - Don Beppe - Marotta, l'Inter e i tifosi nerazzurri avranno una certezza sulla quale riporre la propria fiducia.

A cura di Manuel Delon


💬 Commenti