Bellinazzo e il futuro dell'Inter: “Zhang vuole vendere bene l'Inter”

Le incertezze societarie dell'Inter, a pochi giorni dalla ripresa del campionato dopo la sosta nazionali, continuano a tenere banco in queste settimane. A riguardo, calciomercatointer.eu ha intervistato in esclusiva Marco Bellinazzo, esperto di finanza nel calcio e firma de Il Sole 24 Ore. Con noi ha parlato dei nerazzurri a 360°, svelando i possibili scenari del futuro per il club meneghino. 

Sig. Bellinazzo, le prestazioni societarie hanno ripercussioni sul campo. L'Inter terminerà la stagione con il proprietario attuale o ci sarà già quello nuovo?

Tutto dipenderà dalle offerte che arriveranno a Zhang, oltre alle scelte loro. Ora non è opportuno fare delle previsioni in generale dei mercati finanziari”. 

Eppure, ultimamente erano arrivare dalla Cina alcune notizie positive sulla ripresa dell'azienda Suning dopo i mesi difficili del Covid. Come stanno realmente le cose tra Cina e Suning?

Innanzitutto, le dinamiche finanziarie ed economiche del contesto cinese non sono di facile lettura. Il gruppo Suning è una galassia che fattura circa $50-60 miliardi l'anno anche adesso nelle sue ramificazioni. Dentro la parte relativa a Suning.com sono cambiate alcune cose. Di recente sono entrati soggetti diversi, riducendo notevolmente il peso della famiglia Zhang. Di conseguenza, non è un problema per un colosso come questo gestire un club come l'Inter, nonostante perdite ingenti come €100 milioni che si prospettano nella prossima approvazione del bilancio. C'è un però un elemento da tener conto: le indicazioni specifiche del governo cinese circa gli investimenti all'estero, in particolare sul calcio. C'è stato un periodo (2015-2017) in cui lo Stato aveva dato il via libera a investire nel calcio all'estero. Diverse aziende cinesi oltre a Suning hanno investito in Europa per comprare quote di club europei per circa €3 miliardi. La mancata qualificazione della nazionale cinese a Russia 2018 ha messo in imbarazzo il partito comunista, che ha cambiato strategia. Di conseguenza, le aziende cinesi si sono dovute ritirare dall'Europa e il Paese asiatico ha privilegiato per investimenti più ”autarchici", ossia entro i confini nazionali, anche nel calcio, con costi contenuti". 

Quindi anche Suning dovrà obbedire a queste direttive?

Sì, ormai da due anni i rubinetti sono chiusi. A ottobre il partito terrà un congresso in cui molto probabilmente ribadirà questo diktat sugli investimenti nel calcio all'estero non ritenuti più importanti. L'Inter ha bisogno di investimenti e di una programmazione, perché deve riprendersi ancora dalla pandemia come tutte le altre squadre importanti d'Italia e d'Europa. Per andare avanti e crescere ulteriormente questa è di vitale importanza. Non bisogna dimenticare che prima di quel cambio di passo del governo cinese, Suning aveva svolto investimenti nell'Inter pari a circa €600 milioni”. 

A livello di conti, i nerazzurri sono ancora in difficoltà?

Da quello che dovrebbe emergere nel prossimo cda, il rosso si attesta sui €100 milioni. In più, l'Inter brucia cassa (7-8 milioni al mese), in un contesto in cui è stato difficile per tutti i club, in particolare quelli che avevano fatto ingenti investimenti poco prima della pandemia, alzando di tanto i costi. Oggi, questi club devono fare politiche che riducano i costi e aumentino i ricavi”. 

La Curva Nord in questi giorni ha preso una posizione molto netta con quegli striscioni, che prima non aveva mai fatto. Cosa c'è dietro a questo repentino cambio di opinione nei confronti di Zhang?

Non c'è chissà cosa di nascosto. Sono dinamiche molto fluide. L'Inter è comunque sul mercato da un anno circa. Zhang dice di cercare un socio di minoranza ma è evidente che voglia vendere e prima di salutare voglia vendere bene il club. E' chiara l'intenzione di fare un minimo di plusvalenza. Come dicevo prima, hanno investito circa 600 milioni, ma l'indebitamento della società si attesta a mezzo miliardo. Questo spiega la richiesta di €1,2 miliardi, la stessa cifra con cui Elliott ha ceduto il Milan”.

Il Milan però è passato ad un nuovo proprietario con una situazione debitoria molto migliore….

Appunto. Qua sta la differenza. Elliott ha fatto una grande plusvalenza, mentre Zhang ne farà una minore, molto minore. Chiunque verrà dopo Zhang, dovrà fare i conti con un indebitamento importante, pari a circa €500 milioni”. 

C'è l'ipotesi che Zhang stia volutamente rinviando la cessione anche per via del fatto che il nuovo stadio sarà presto in costruzione?

Nei prossimi giorni è previsto a Milano il dibattito pubblico, che sarà decisivo. Se dovesse andare in porto la procedura amministrativa, con in mano l'autorizzazione per la costruzione il valore del club aumenterebbe ergo sarebbe più facile anche da parte di Zhang vendere. Lui però sta aspettando ancora il dibattito pubblico per vedere come evolve la situazione poi si procederà alla costruzione del nuovo stadio”. 

La delicata situazione geopolitica tra Cina e Taiwan può influenzare anche le scelte di Suning un po' come è successo all'oligarca russo Abramovich che ha dovuto vendere il Chelsea dopo l'inizio della guerra in Ucraina?

Sono due contesti differenti quello russo e cinese. Piuttosto sono modelli di business che il partito comunista ha voluto imporre al calcio cinese. Per esempio, tra i nuovi princìpi su cui le squadre del campionato dovesse basarsi era la separazione tra grandi aziende sponsor e la squadra. Il caso dello Jiangsu è stato eclatante. Lo Stato ha obbligato Suning a staccarsi dalla squadra neocampione di Cina e come conseguenza ha dovuto sciogliersi e non si è più iscritta al campionato successivo. Inoltre, lo Stato ha imposto un tetto agli stipendi dei giocatori, concludendo il periodo in cui diversi calciatori (soprattutto quelli stranieri) prendevano cifre folli. Ora che i giocatori stranieri se ne sono andati, le squadre puntano molto sui settori giovanili, rendendo il calcio cinese molto ”autarchico" rispetto a prima". 

Secondo Lei, l'eventuale nuovo proprietario chi potrebbe essere? Americano o del Golfo Persico?

"Oggi gli investimenti nel calcio europeo provengono in gran parte dai fondi d'investimento degli Stati Uniti. Negli ultimi due anni circa 60 club sono stati rilevati da gruppi americani, ergo la tendenza potrebbe verificarsi anche con l'Inter. In alternativa, con i russi e i cinesi in ritirata dallo sport europeo, c'è il Medio Oriente, in particolare il Golfo Persico ed alcuni fondi sovrani possessori di squadre come PSG, City (anche se non è un fondo propriamente sovrano). Nordamerica e Stati arabi sono e saranno i due bacini di provenienza di investimenti nel calcio europeo

Esiste un modello ideale di business nel calcio del futuro, in Italia o in Europa?

Oggi penso esista una divaricazione tra la Premier League ed il resto d'Europa. In questo l'Italia è ancora più indietro, per questo i nostri club faranno ancora più fatica. Nel futuro, i club dovranno necessariamente sviluppare i ricavi mediante diverse fonti di finanziamento come stadi di proprietà, asset digitali ecc ma con modelli di costi più bassi. Dunque, occorrerà più puntare su acquisti di giovani da valorizzare più che campioni già affermati. Spese grandi ormai possono permettersele solo i club della Premier League. Cito un dato: il prossimo anno il giro d'affari oltremanica dovrebbe ammontare a circa €7 miliardi, tanto quanto quelli di Bundesliga e Liga spagnola messe insieme”. 

 


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