10 sconfitte in 28 partite di campionato. Già solo a leggere il dato meramente statistico viene da mettersi nelle mani nei capelli.

La stagione dell’Inter - piccola postilla per il cammino in Champions League - è drammatica per le dimensioni del fallimento del progetto sportivo. Dopo tre anni in cui i nerazzurri avevano lottato per lo scudetto, quest’anno i ragazzi di Inzaghi hanno abdicato subito, verso metà gennaio, e da quel momento hanno iniziato a mettere a serio rischio anche la partecipazione alla prossima Champions League. I risultati ottenuti da Inzaghi sono pessimi e imbarazzanti ma l’allenatore rimane sulla panchina dell’Inter sia per il rinnovo firmato la scorsa estate, sia per salvare il salvabile, leggasi “miracolo europeo”. Ciononostante, l’allenatore ex Lazio è già virtualmente esonerato, inutile nascondersi, e in caso di ulteriori sconfitte nelle prossime tre partite potrebbe arrivare il benservito, come riportato da Gazzetta dello Sport.

Chi mi conosce sa che reputo Inzaghi inadeguato per la panchina dell’Inter e i numeri ottenuti in questa stagione - purtroppo - mi stanno dando ragione. Non è però tutto riconducibile all’allenatore che, si sbaglia tantissimo, ma non è l’unico.

La proprietà.

Zhang non ha più nulla da dare a questa Inter e i continui tentativi di rifinanziare il debito con Oaktree possono fare solo del male alla Benamata. La politica del contenimento dei costi e del mercato a saldo positivo non sono più sostenibili, inutile continuare. Anche a livello mentale questa situazione produce solo danni, basti pensare che ogni giocatore dell’Inter è perennemente sul mercato. Inevitabile che le prestazioni inizino a risentirne. Zhang deve capire che le sue condizioni non gli permettono di fare il presidente di un club blasonato come l’Inter e farsi da parte. Troppo comodo apparire ai microfoni per festeggiare i trofei o i passaggi dei turni in Champions League, serve metterci la faccia sempre. 
 

La dirigenza.

Marotta e Ausilio sono anche loro colpevoli, e non poco, di questa situazione. I soldi a disposizione non sono tanti (vedasi il punto sopra) ma vengono in ogni caso gestiti molto male. Correa, Gosens e Lukaku. Vengono fuori circa 70 milioni mal contati per tre giocatori che hanno dimostrato pochissimo all’Inter. Sempre Marotta, esperto dei parametri 0, sta affossando l’Inter scegliendo il cosiddetto “usato sicuro” senza mai provare a prendersi il rischio di portare a Milano un giocatore meno conosciuto ma non logoro e, soprattutto, che sia giovane e quindi sul quale sia possibile studiare un progetto che guardi al futuro. Impietoso là doveroso il confronto con il Napoli che, con 10 milioni di euro e uno stipendio decisamente più contenuto, ha portato al Maradona il miglior giocatore del campionato, proprio mentre l’Inter spendeva circa il doppio per riprendere - in prestito - Lukaku. Con 20 milioni di euro si poteva trovare un attaccante migliore del belga…e il campo sta dando ragione ai partenopei. Una nota di demerito va poi anche all’area scouting totalmente inesistente all’Inter, come dimostrato dalle cifre irrisorie spese a bilancio per questo settore.

Calciatori.

Non scappa nessuno, anche i giocatori sono perfettamente colpevoli di questa nefasta stagione nerazzurra. Certo, chi più e chi meno, ma le colpe vanno assolutamente addossate a chi è stato in grado di perdere partite con avversari decisamente inferiori fornendo prestazioni pienamente insufficienti, vedasi Lukaku ieri. Quel goal sbagliato a porta vuota ha un solo colpevole e non è difficile individuarlo. Fa poi sorridere amaramente pensare che questi giocatori possano anche chiedere dei rinnovi di contratto al rialzo quando le prestazioni fornite in campo suggerirebbero forse l’esatto opposto. Non è da meno chi pretende di rinnovare pur avendo scollinato i 35 anni e ogni domenica entra in campo con un atteggiamento indolente solo perché non è stato schierato dal primo minuto. Insomma, anche i giocatori non si salvano da questa stagione drammatica.

L’Inter è in crisi ed è troppo brutta per essere vera. 10 sconfitte in 28 partite di campionato sono un numero enorme e ingiustificabile. Da Zhang ad Inzaghi, passando per la dirigenza e i calciatori, non si salva nessuno da questa caporetto nerazzurra.


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