L'ex canterano nerazzurro si è definitivamente preso un ruolo importante in questa nuova Inter targata Inzaghi. Da terzo di difesa, spesso a partita in corsa, è diventato un'arma micidiale, in grado di ribaltare le gare e dare nuova linfa alla squadra. 

PROTAGONISTA - Sembra ormai un copione scritto, una strategia studiata a tavolino da Inzaghi per rivoluzionare le gare, soprattutto quelle più insidiose. Contro Atalanta e Sassuolo, il suo ingresso è coinciso con la svolta, grazie al suo modo innovativo di interpretare il ruolo di braccetto di difesa. A differenza di Bastoni, Dimarco riesce a creare molti più grattacapi alle difese avversarie grazie alla sua duplice qualità di entrare dentro al campo o sovrapporsi, creando incertezze nelle letture difensive. 

Più che contro il Sassuolo, dove la partita è cambiata soprattutto per il gol realizzato dopo 20 secondi dai cambi, è contro l'Atalanta che si è vista questa sua grande duttilità. Il gol di Dzeko è forse l'emblema, propiziato però dalle numerose situazioni precedenti in cui Dimarco era arrivato con facilità sul fondo con precise e puntuali sovrapposizioni. Destino ha voluto che quella partita non fosse LA sua partita, a causa di quel rigore spedito sulla traversa, ma senza dubbio sarà servita ad Inzaghi per scoprire una nuova arma. 

PRIMO ACQUISTO - Le doti e le qualità di Dimarco erano già note in società, tant'è che già nel mese di maggio, quando ancora non si era abbattuto l'uragano sull'Inter, si parlava di lui come nuovo rinforzo per Conte, da utilizzare come vice-Perisic. La sua corsa e il suo mancino fatato erano graditi dall'ex allenatore, che già l'aveva avuto al suo primo anno all'Inter. 

Gli anni al Verona, sotto la guida di Juric, lo hanno completato, dandogli quella duttilità che ha convinto Marotta prima e Inzaghi poi a tenerlo in rosa e non sacrificarlo sull'altare dei conti, considerata la partenza di Young e, soprattutto, il costo zero dell'operazione. 

Decisione più che azzeccata, una scommessa vinta in partenza che, però, si sta rivelando molto più remunerativa delle previsioni iniziali. 

Fabio di Iasio 

 


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