Analisi tattica Napoli Inter: Nerazzurri implacabili
Inzaghi stende il "nuovo arrivato" Mazzarri in una sfida che dice tanto sulle ambizioni delle due squadre e sulle prospettive di questa stagione, Azzurri ottimi per 60 minuti ma poi crollano.
Al Maradona va in scena una delle sfide e matchup più divertenti della campionato italiano, o quantomeno sulla carta.
Ogni volta che queste due squadre si incontrano, ultimamente, esce sempre fuori una partita speciale, anche perché sono due schieramenti un po' agli antipodi per caratteristiche ed indole, ma soprattutto nessuno scende in campo la paura di perdere contro una rivale (come contro Milan o Juve), per cui si vedono sempre confronti aperti e divertenti.
Il Napoli, aggiungiamo, arriva alla partita senza niente da perdere, con un ambiente ancora scosso da un inizio di campionato molto sottotono e che rischia di aver già compromesso la lotta per lo scudetto.
Per questo Mazzarri è chiamato ad eseguire un compito molto difficile: far dimenticare Garcia in fretta, ridare entusiasmo ad una squadra che l'anno scorso ha dominato la Serie A e soprattutto farlo senza far sentire ai giocatori di star vivendo un'annata di transizione (dato che l'obiettivo conclamato di De Laurentiis è prendere un altro allenatore l'anno prossimo).
Per questo match Inzaghi schiera i fedelissimi dopo il massiccio turnover europeo contro il Benfica, ad eccezione ovviamente degli infortunati Pavard e Bastoni, il Napoli invece ritrova Osimhen e vede Zielinski panchinato in favore di Elmas, con Natan terzino sinistro come a Madrid.
Già dall'inizio le premesse della partita vengono mantenute, assistiamo infatti ad un'intensità folle, poco “italiana” se vogliamo, con i partenopei che chiudono l'Inter nella propria area come poche squadre hanno saputo fare quest'anno.
All'inizio infatti i Nerazzurri non riescono a trovare le misure per arginare il possesso avversario, caratterizzato da ottime rotazioni tra ala e mezzala, dall'ottima verve offensiva di Di Lorenzo che combina benissimo con Politano e dal dominio di Anguissa, uomo sempre sofferto tra le fila interiste.
Il primo possesso della gara è tutto dei padroni di casa che si schierano con un 325 e Natan bloccato in difesa per tenere impegnata tutta la linea difensiva della Beneamata.
Il Napoli ha approcciato molto bene e si vede: pressa altissimo, gioca bene nello stretto e prova tanto il dribbling.
Da sottolineare la buona prestazione spalle alla porta di Osimhen, che ii compagni hanno cercato molto spesso per sfruttare il suoi atletismo contro De Vrij, sicuramente meno prestante del nigeriano.
Una soluzione mostrata in più salse, anche con una forte densità sulle fasce per attirare dalla linea di difesa più uomini possibili ed isolare sempre più l'attaccante.
Mazzarri voleva coinvolgerlo soprattutto giocando da destra, mentre dall'altra parte l'obiettivo era quello di isolare gli 1v1 di Kvara, come anche dimostrato dalla passmap del Napoli.
Come detto il loro pressing era molto alto ed ambizioso: tre attaccanti sui tre difensori ed i terzini alti sui quinti, una pressione con l'uomo come riferimento rischioso perché ha concesso l'arma più pericolosa della costruzione interista ovvero il 2v2 dei propri attaccanti coi difensori.
La fase di non possesso dei partenopei però si fa sempre più slegata col passare dei minuti, lo si capisce in primis da alcune aggressioni di Osimhen non proprio puntuali.
Non solo, col passare dei minuti, soprattutto nel secondo tempo, lascerà tantissimo spazio tra le linee soprattutto a Barella e Lautaro che si sono esaltati nella gestione del pallone in più occasioni.
La zona di rifinitura in particolare era spesso molto scoperta, la difesa dei centrocampisti non è stata irreprensibile per usare un eufemismo, ma anche i difensori hanno le loro colpe: i centrali non erano mai aggressivi e lasciavano troppo spazio alle punte di ricevere e girarsi, rompendo la linea con tempi troppo lenti.
Questo atteggiamento “molle” di centrocampo e difesa hanno permesso all'Inter di attaccare tanto la porta centralmente, cosa che solitamente non succede coi Nerazzurri visto il loro gioco sulle fasce.
Non solo una prestazione deficitaria nel fare filtro però, anche l'applicazione difensiva pura dei giocatori offensivi è stata abbastanza scarsa, a partire dagli esterni Kvara e Politano che coprivano male le linee di passaggio dietro di sé e non seguivano mai gli inserimenti avversari.
Proprio il secondo gol interista è un'incursione di Barella che entra in area totalmente indisturbato, non seguito da nessuno.
Il Napoli si è rivelato un avversario molto forte, che sicuramente meritava di segnare almeno un gol, ma che col passare dei minuti si è sciolto, forse a causa di una preparazione atletica non ottimale dato che comincia ad essere una costante preoccupante.
Viceversa, prestazione in crescendo per i ragazzi di Inzaghi che si conferma una squadra coriacea e sempre sul pezzo, con un sistema di gioco ben definito e chiaro a tutti compresi gli interpreti, come dimostra l'ennesima ottima prestazione dei tre difensori dietro nonostante l'infortunio di De Vrij e l'utilizzo forzato di Carlos Augusto da braccetto, che male non ha fatto sicuramente.
Vincere al Maradona è riuscito all'Inter pochissime volte nell'ultimo ventennio, un tabù sfatato al momento giusto viste le vittorie di Milan e Juventus in questo turno di campionato, con il conseguente controsorpasso in classifica sui bianconeri.
Da sottolineare anche l'ottimo feeling di quest'anno coi big match.
Adesso l'Udinese in casa per confermare l'ottimo momento di forma e poi la partita per adesso più importante della stagione: la sfida per il primo posto nel girone di Champions contro la Sociedad.