Il caso di Barella e Bastoni: cosa succede ai due Nazionali?
In questo primo anno di gestione di Inzaghi alcuni giocatori non hanno più reso come con Conte. E' il caso di Barella e Bastoni, che hanno registrato un'involuzione preoccupante.
In Barella e con i Bastoni: lo strano caso dei due Nazionali che non si riconoscono più
L'Inter si sta leccando le ferite dopo la prestazione a dir poco insufficiente nel derby di sabato sera. Complessivamente la squadra non ha tenuto testa agli avversari rossoneri. Anzi, a livello di testa, i nostri hanno lentamente ceduto la partita ai campioni d'Italia in carica. In queste ore, ci continua a cercare le cause di una sconfitta che, per alcuni era già ampiamente preannunciata, per altri inaspettata. Se si analizzano le individualità, inoltre, questi problemi sembrano essere presenti non da quest'estate, ma già dalla passata stagione. Giocatori già presenti fin dal primo anno di Conte non rendono più come quando questi era seduto sulla panchina dell'Inter. E' il caso dei Nazionali Barella e Bastoni, che negli ultimi mesi hanno registrato un'involuzione al quanto preoccupante.
Barella, che succede? Da dinamite a scintilla
In primo luogo, è opportuno analizzare la prestazione di Nicolò Barella. Il centrocampista sardo ha visto un continuo crescere nei primi due anni di permanenza all'Inter. Una crescita sia sul piano del gioco che della personalità, tanto da meritarsi il premio di miglior centrocampista della Serie A nella stagione dello Scudetto, quindi la titolarità indiscussa nell'Europeo che ha visto l'Italia trionfare contro ogni previsione. Con l'arrivo di Inzaghi, però, qualcosa sembra andato storto.
Nicolò denota una certa fatica a capire la visione di gioco dell'ex tecnico Lazio. Eppure, una sua assenza in campo (metaforicamente parlando) ha pesato anche sul resto della squadra, come quando nella passata stagione l'Inter fece quel lungo digiuno di vittorie tra febbraio e marzo. Non è andata meglio quest'anno, dove ha sempre faticato. Nella partita di sabato i duelli con Tonali sono stati pressoché vinti dal milanista. Da dinamite, Barella si è affievolito in scintilla. Urge un'inversione a U il prima possibile.
Bastoni, da promessa della Nazionale a inesperto impacciato
L'altra preoccupazione si sposta in difesa, in particolare su Alessandro Bastoni. Il giovane cremonese, infatti, sembrava avere la strada spianata come il compagno Nicolò. L'aver scippato il posto da titolare a Godin nella sua prima stagione in nerazzurro aveva destato grande stupore fra la tifoseria. Una scelta voluta da Conte, il quale si era opposto nell'estate del 2019 a un nuovo prestito del ragazzo. Il tempo è stato galantuomo e Bastoni, assieme a tutta la difesa interista, si rivelò uno degli uomini chiave del 19° Scudetto. Questo gli vale la prima convocazione ad un torneo internazionale importante con l'Italia, anche se non da titolare.
Nonostante a Euro 2020 abbia assistito per gran parte del torneo dalla panchina, ha ricevuto di fatto il testimone della difesa Azzurra solo dopo la mancata qualificazione ai Mondiali. La scorsa stagione ha dimostrato grande prontezza e, come per sua stessa ammissione, anche un po' di spensieratezza. Spesso infatti si spingeva assieme ai compagni in fase offensiva. Quest'anno, però, anche Bastoni pare faticare un po', complici anche uno stato di salute non al 100%. Se si guarda però tra i molti errori di sabato sera, lui assieme a De Vrij, è stato poco attento su alcune marcature come quella che ha permesso a Giroud di segnare indisturbato la seconda rete. Stessa cosa poco dopo con il 3-1 di Leao, che si è mangiato anche Skriniar e De Vrij. Una serata proprio no, da archiviare in fretta.
Quale futuro per i due nerazzurri?
Fatte queste disamine, è lecito porsi un quesito su come i due possano invertire la rotta il prima possibile. Nessuno ha la bacchetta magica per trovare una soluzione nell'immediato, tanto meno l'allenatore. Ciononostante, il tecnico dovrebbe avere qualche inventiva in più per non far sì che due patrimoni del calcio italiano come Barella e Bastoni si depauperino, mettendo a rischio anche la stabilità della squadra. C'è però un vantaggio: il tempo. Loro due, così come gli altri italiani, non andranno in Qatar. Il lungo stop del prossimo inverno potrà permettere ai giocatori ed allo staff di riorganizzare le forze in vista poi della ripresa di gennaio. Sarà un campionato anomalo e logorante, dove a far la differenza sarà soprattutto la tenuta mentale ancor prima di quella fisica. Se si vuole cucire la seconda stella sul petto a giugno non si possono trascurare questi dettagli.