Inter: quando la maglia conta più del contratto
Negli ultimi anni sempre più tifosi hanno dovuto assistere a tristi spettacoli legati ai rinnovi contrattuali dei propri beniamini.
Spesso, infatti, quando un giocatore sente “odore” di scadenza contrattuale inizia a vacillare in merito al rinnovo, in quanto - spinto dal proprio procuratore - riflette su un possibile addio a 0. Una situazione così delineata può permettere al giocatore in questione di aumentare le proprie pretese economiche da fare ai club interessati visto che, questi ultimi, potrebbero non avere nessuna spesa di cartellino. Solitamente questo triste spettacolo inizia a 18 mesi dalla scadenza della naturale durata del contratto, con il giocatore ben conscio di avere il coltello dalla parte del manico. Infatti, qualora non dovesse arrivare il rinnovo in quella fascia di tempo, lo stesso sarebbe libero di accasarsi in qualsiasi altro club che si dovesse dimostrare interessato. Questo fenomeno, inoltre, è ben alimentato dai procuratori sportivi che, muovendosi nelle dinamiche del mercato, sono perfettamente a conoscenza di come un trasferimento del proprio assistito possa comportare anche un'ingente commissione dritta dritta nelle proprie tasche.
Tanti, tantissimi sono gli esempi che vanno in questa direzione nelle ultime stagioni, tranne all'Inter dove si sta registrando un'importante inversione di tendenza. Dopo l'addio di Icardi, spesso protagonista insieme alla moglie - agente Wanda Nara di questione spinose legate al rinnovo di contratto, sono terminate le querelle e - anzi - sono iniziati i casi di giocatori che, pur di rinnovare, si sono separati dai rispettivi procuratori.
Il primo è stato Milan Skriniar. Lo slovacco, infatti, nel 2019 ha deciso di separarsi dal proprio procuratore storico (Karol Csonto), che lo seguiva dai primi passi mossi in patria, per trattare in prima persona il rinnovo con l'Inter senza ulteriori intoppi. Ed ecco che in poche settimane il roccioso difensore nerazzurro ha trovato l'intesa con il club per allungare il proprio contratto fino al 2023.
Questo episodio, però, per la gioia dei tifosi e della dirigenza nerazzurra non è affatto isolato, anzi. Venendo all'attualità, infatti, è toccato a Lautaro Martinez e Marcelo Brozovic copiare il “fenomeno” Skriniar. Il primo è stato proprio il classe 1997 argentino che ha deciso di separarsi dal suo agente Beto Yaque e dal collaboratore Sergio Zarate. Il giovane attaccante ha ritenuto che il lavoro svolto dietro alle quinte fosse, quasi, controproducente per arrivare al rinnovo di contratto con l'Inter e così ha deciso di separarsi e condurre in prima persona (senza l'assistenza della compagna Agustina Gandolfo) le trattative con la dirigenza nerazzurra.
Da ultimo c'è l'esempio di Marcelo Brozovic. E' notizia di questi giorni che il centrocampista croato, fondamentale per lo scacchiere di Conte, abbia deciso di interrompere la propria collaborazione con l'agente Miroslav Bicanic e di affidarsi al padre per intraprendere le trattative con Marotta e Ausilio per arrivare, felicemente, al rinnovo con l'Inter.
I gesti di Skriniar, Lautaro Martinez e Brozovic sono molto importanti nelle dinamiche di un club e denotano come i giocatori si sentano parte del progetto e vogliano continuare a farne parte, anteponendo il tutto alle questioni economiche. Decisioni importanti che, oltre a far felice i dirigenti e i tifosi, oggi sono - quasi - una mosca bianca all'interno di un mondo del calcio dove i procuratori la fanno sempre più da padrone e i giocatori appaiono come burattini nelle loro mani.
L'Inter e i propri tifosi possono dormire sonni tranquilli, Icardi è il passato e il presente è rappresentato da Skriniar, Lautaro Martinez e Brozovic: “ciao ciao” ai vecchi procuratori e benvenute trattative - veloci - per i rinnovi gestiti in prima persona.