E' tornata la Serie A, ma la sua credibilità è rimasta in vacanza
Poca chierezza, poca uniformità e tanta confusione: sulla Serie A si è gettato il caos, a minare la sua credibilità.
Durante le feste ci era mancato tanto il campionato: vedere le nostre squadre del cuore ritornare nel rispettivo stadio amato e i nostri beniamini giocarsi con determinazione i 3 punti fino all'ultimo dei tre fischi conclusivi dell'arbitro. Ma già dalla prima giornata del girone di ritorno ci è passata la voglia di Serie A.
E dietro a questo c'è un motivo più che valido. Anzi, più motivi: Asl che bloccano determinate squadre, altre che non lo fanno seppur i casi siano simili, squadre che se ne infischiano dei loro provvedimenti e fanno giocare dei giocatori - teoricamente - posti in quarantena mentre altre le seguono, squadre che anche se sanno di non presentarsi presentano la distinta della formazione ufficiale, giudici sportivi che rinviano decisioni importanti da prendere e - qui ce la si prende con il Governo - un ulteriore riduzione della capienza degli stadi a 5.000 spettatori. Per farla corta, un vero e autentico caos ha pervesato sul campionato.
Il responsabile principale è certamente il solito e maledetto Covid e l'impennata dei contagi che ha causato, ma nemmeno chi governa sul nostro calcio e chi ne sta al di fuori ma influisce su di esso è esente da colpe: la gestione da parte della Lega Calcio è tutto fuorché che chiara e lineare, l'autonomia con cui le Asl intervengono e prendono decisioni in maniera non uniforme l'una dall'altra nonostante la similarità tra i vari casi che favorisce e/o sfavorisce determinate società, e pure il Governo italiano che per non prendersi le sue responsabilità decide di puntare il dito contro chi non c'entra nulla.
E, ovviamente, di mezzo non ci vanno loro ma il campionato. Ciò accaduto giovedì lo spiega bene: Bologna-Inter dove si sono presentati solo i nerazzurri e hanno palleggiato tra loro per 45'; Juventus-Napoli dove invece i partenopei non hanno dato ascolto ai provvedimenti dell'Asl e hanno fatto giocare 3 giocatori messi in quarantena, uno dei quali, Zielinski, è risultato successivamente positivo al Covid; oppure Milan-Roma giocata con 8 positivi in totale nei due gruppi squadra quando la sera precedente Atalanta-Torino è saltata per via dello stesso numero complessivi di casi covid tra i due team.
Ergo, che credibilità può avere un campionato dove accadono fatti del genere? Ben poca.
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