Archiviato il match contro la Roma (3-1 ndr), l'Inter si appresta ad affrontare sabato alle ore 18 la Juventus. I bianconeri, attualmente quinti in classifica, devono sperare in una vittoria contro i Campioni d'Italia per poter riagganciare il treno -non troppo lontano- del quarto posto, che significherebbe Champions League (sempre che le avversarie facciano un passo falso).

Insomma, dopo tanti anni di bocconi amari, l'Inter e gli interisti hanno un piatto prelibato sul tavolo: battere la Juventus, l'acerrima nemica di sempre, e condannarla all'Europa League. E più che condanna, molti bianconeri potrebbero vedere l'insuccesso di aver agguantato la zona Champions come una liberazione, magari per ricominciare un ciclo, lo stesso ciclo iniziato anni fa proprio con Conte e Marotta. E i due sarebbero ben lieti di accompagnare la Vecchia Signora in questo nuovo viaggio.

L'attuale amministratore delegato nerazzurro non ha nascosto negli ultimi giorni, infatti, di attendere il 15 maggio con una certa frenesia:

Immagino sarà gratificante tornare da campione d’Italia a Torino, sabato 15 maggio, per decidere il destino della Juve. È il bello dello sport”.

Non è il bello dello sport, si chiama karma. Non è una rivincita nei confronti della Juventus, come da lui ribadito, ma qualche sassolino dalla scarpa sicuramente potrà toglierselo, soprattutto nei confronti di Paratici:

“Sono rimasto in buoni rapporti con tutti, tranne con Paratici, però la questione è più umana che professionale”.

La vittoria contro la sua ex squadra porterebbe, dunque, anche una vittoria a livello personale e non solo sportivo; e lo stesso concetto si può estendere ad Antonio Conte.

In questi due anni di Inter l'allenatore leccese ha capito, finalmente, che stare dalla parte dell'Inter e difenderla è più difficile che attaccarla. Una difesa che il condottiero ex Juve ha perseguito contro molti e continua a portare avanti. Nel recente passato non si può non ricordare lo screzio con il suo ex presidente Andrea Agnelli. Era il 9 febbraio 2021 e le sorti del campionato erano ancora incerte, il Milan primo in classifica e l'Inter fuori dalla Champions, con l'obiettivo Coppa Italia assolutamente prioritario. Lo 0-0 allo Stadium condannò l'Inter, ma alla fine del primo tempo l'episodio chiave: dopo numerosi insulti partiti dalla tribuna Juve verso Conte, l'allenatore reagì con il dito medio, cui seguirono a fine partita le parole poco educate di Agnelli: “mettitelo nel c**o, co******".

Conte e Marotta, foto di presentazione dell'allenatore. Fonte: Inter.it

Parole che gridano vendetta. Sarà il campo, tuttavia, a lasciare il posto alla voglia di rivalsa. La metamorfosi di Antonio Conte, sotto questo punto di vista, è evidente: un professionista che, come tale, non si è lasciato sfuggire alcuna parola sconveniente, non una scorrettezza davanti alle telecamere, ma se potesse vincere sabato si toglierebbe non un sassolino, ma una intera rupe montana dalla scarpa. E anche i tifosi interisti gioirebbero senza precedenti e in una sola volta celebrerebbero lo scudetto in bella mostra davanti alla Juventus, che ha abbandonato il sogno Champions e il cui presidente non può far altro che assistere alla disfatta davanti a Conte e Marotta. Una combo che a pensarla cinque/sei anni fa sarebbe stata impensabile. 

Per questo, l'11 che verrà schierato in campo sarà lontano dalle prove di queste due ultime uscite. Ci sarà l'11 titolare -magari con una sorpresa al massimo- ma il piano è quello di infierire sul leone che sanguina, di vincere in campo e condannare all'oblio la Juventus e -perché no- di immortalare la loro disfatta in una serie imperitura su Amazon.


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