Inter, a livello mediatico sei un disastro
I proclami di Zhang di inizio estate non sono stati rispettati e l'Inter, dal punto di vista mediatico, ne esce malissimo
“Penso che i nostri giocatori per qualità e mentalità siano di alto livello e lo hanno visto tutti in questa finale, non siamo inferiori a nessuno, ora vanno tenuti i giocatori più forti”. Steven Zhang, 11 giugno 2023.
“E' la mia Inter questa: più giovane, più forte, più innovativa. Inseguiamo la seconda stella”. Steven Zhang, 29 luglio 2023.
Il mercato dell'Inter in entrata è virtualmente chiuso dopo il naufragio dell'operazione Samardzic che, nonostante le visite mediche sostenute, non diventerà un giocatore nerazzurro a causa del goffo e maldestro tentativo da parte del suo entourage, e in particolare dal padre Mladen, di cambiare le condizioni già inizialmente pattuite e concordate con l'Inter. Così facendo, quindi, il club interista risparmia (come già avvenuto con l'addio a Lukaku dopo il tradimento del belga circa un mese fa) soldi che erano già stati stanziati ma che - con ogni probabilità - non verranno utilizzati per rinforzare la rosa ma finiranno per rimpinguare le esigue casse nerazzurre. “Ufficialmente” non è ancora sicuro che non verrano spesi questi soldi ma guardando alle ultime sessioni di mercato gestite da Marotta e Ausilio viene facile immaginare l'esito. A supporto di quanto detto, infatti, l'Inter nelle ultime tre finestre di mercato ha fatto registrare un saldo positivo tra entrate e uscite di 202,55 milioni di euro (fonte: transfermarkt.com), piazzandosi al secondo posto in Europa alle spalle dell'Ajax.
Ad oggi la squadra nelle mani di Simone Inzaghi è - almeno sulla carta - più debole di quella che il 10 giugno si giocava la finale di Champions League con il Manchester City e questo nonostante i continui proclami del presidente Steven Zhang. Proprio da questo punto di vista l'Inter ne esce davvero malissimo perché i proclami fatti non sono stati rispettati ed è questo l'aspetto oggettivamente più grave in casa nerazzurra dal momento in cui addossare ad Inzaghi l'obbligo della seconda stella (come indicato in prima pagina da Gazzetta dello Sport in data 8 agosto 2023) risulta quanto meno anacronistico dal momento in cui per puntare all'obiettivo dichiarato si richiede che all'allenatore venga fornita una squadra oggettivamente forte e completa al punto tale da partire come favorita per la vittoria dello scudetto. La squadra nelle mani dell'allenatore ex Lazio sicuramente non è scarsa, sia chiaro, ma non è neanche minimamente considerabile come la più forte del torneo che inizierà questo week end. Lapalissiano.
Proprio questo profilo stona in maniera netta con le parole pronunciate direttamente dal presidente dell'Inter Steven Zhang. Le frasi riportate all'inizio dell'articolo, infatti, lasciavano pensare che il mercato estivo avrebbe portato in dote al club nerazzurro una serie di giocatori di livello per puntare all'obiettivo dichiarato, ma così non è stato, salvo clamorose sorprese di queste ultime due settimane che, però, non appaiono dietro l'angolo. Passare da Onana - Handanovic a Sommer - Audero è una soluzione accettabile ma sicuramente non un upgrade. Passi la difesa dove, nonostante l'assenza di Skriniar, Acerbi, Bastoni e Darmian sono stati attori protagonisti della splendida cavalcata sino alla finale di Champions League, e il centrocampo, preso atto del netto miglioramento sulle fasce grazie agli innesti di Cuadrado e Carlos Augusto, non si può non notare l'evidente problema del reparto offensivo. Il lato più triste, e preoccupante per quanto lontano dai proclami di Zhang, riguarda proprio l'attacco dove l'Inter passa da Dzeko - Lukaku a Thuram - Arnautovic. A rendere ancora più grave la questione è anche il cammino che ha portato l'Inter ad investire sull'attaccante austriaco. Inizialmente doveva essere Lukaku l'attaccante nerazzurro e per il quale erano stati stanziati 40 milioni di euro, almeno da ciò che il club nerazzurro ha sempre fatto trapelare, soprattutto portando avanti la trattativa con il Chelsea. In secundis fu Balogun il prescelto, ma qui l'Arsenal non ha mai abbassato le proprie pretese chiedendo sempre più di 40 milioni di euro. Allora l'obiettivo è diventato Scamacca, sfumato per una manciata di milioni di euro dopo un'offerta da circa 30 milioni (bonus compresi). Ecco allora che sfumati i primi tre obiettivi si è scelto di investire una decina di milioni su Arnautovic, scartando definitivamente Morata e Taremi. Non è esattamente un buon viatico e neanche il piano d'azione di chi punta a vincere e dominare accettare la quarta soluzione disponibile.
Una tale scelta, se così può essere definita, denota solo aspetti negativi come l'impossibilità di raggiungere gli obiettivi inizialmente prefissati e l'incapacità di concludere positivamente almeno il cosiddetto piano B. Non il massimo per chi si reputa non inferiore a nessuno e punta alla seconda stella. Promesse (non mantenute, ancora una volta) di Steven Zhang.