Analisi tattica Benfica Inter: turnover dalle due facce
Al Da Luz Inzaghi azzarda un 11 titolare con tantissime seconde linee in ottica di preservare le forze per la trasferta di Napoli.
Quando i videogiochi diventano realtà.
L'Inter scende in campo con una formazione titolare degna dei migliori turnover su Football Manager, quando i tuoi giocatori sono stanchi e si prospetta una partita importante pochi giorni dopo.
Inzaghi avrà preso ispirazione da quello, perché va a schierare un centrocampo ed un attacco completamente rivoluzionati rispetto al solito e Bisseck braccetto alla seconda consecutiva da titolare in Champions League.
Ma poteva permetterselo? Apparentemente si: il tecnico si gioca tutto all'ultima giornata in casa e punta di vincerla per superare il girone da primi in classifica.
Ma cosa ne è venuto fuori da un 11 titolare (prevedibilmente) poco affiatato? un giusto pareggio, che è la compensazione di un brutto primo tempo con un ottimo secondo tempo.
Il Benfica ha avuto il tappeto rosso per vincere una partita fondamentale per insidiare il Salisburgo ed andare almeno in Europa League ed infatti schiera praticamente la titolare.
I lusitani non si fanno pregare e subito mettono sotto pressione i Nerazzurri, forti della poca intesa degli avversari.
Lo fanno con i soliti loro principi di gioco: densità lato palla, esterni dentro al campo e terzini che danno ampiezza, con una feroce riaggressione dopo ogni possesso perso.
Il primo gol nasce da una palese mancanza di comunicazione nella retroguardia interista, con l'attaccante Tengstedt che si inserisce tra Bisseck e De Vrij troppo distanti tra loro servendo poi Joao Mario.
I primi 15 minuti sono un incubo ed il Benfica raddoppia grazie al gegenpressing ed alla leziosità di Asllani, troppo sicuro del suo dribbling nei pressi dell'area.
La loro fase di non possesso ha funzionato benissimo soprattutto all'inizio.
Non pressavano forte ma erano bravi a chiudere le tracce centrali, le catene laterali interiste ci hanno messo un po' a funzionare, anche perché da un lato c'era Acerbi e dall'altro Darmian, due limiti abbastanza grossi in termini di proiezione offensiva.
Attaccante e trequartista avversari lasciavano giocare soprattutto De Vrij, a volte anche per raddoppiare Asllani.
L'albanese era decisamente il “target” dei lusitani: spesso si è ritrovato una grande pressione addosso, più volte ha fatto retropassaggi in affanno.
Ha creato numerosi problemi anche il loro blocco medio, una volta che il pressing non riusciva si chiudevano in un 442 orientando la pressione sulle fasce.
Proprio Morato era l'osservato speciale per la sfida perché solitamente gioca centrale di difesa.
I suoi compiti offensivi erano abbastanza poveri: occupava il campo in ampiezza favorito da Joao Mario che spesso si accentrava.
Diverso dalla coppia della parte opposta, Di Maria e Aursnes infatti si alternavano sotto questo punto di vista, con il terzino che si accentrava in fase di costruzione e l'argentino in ampiezza e viceversa in fase di sviluppo/attacco linea.
In costruzione classico 4+2, con i mediani che talvolta si abbassavano nella linea difensiva smarcandosi.
La fase di pressing dei nerazzurri è sembrata abbastanza slegata e soprattutto troppo precipitosa, il Benfica ha trovato molto spesso l'uomo sul lato debole (soprattutto Di Maria per Moeato), cosa che solitamente non accade coi nerazzurri che occupano bene il campo in ampiezza.
Per sfuggire alla marcatura degli avversari Asllani si è abbassato spesso, con l'Inter che ha formato tante volte un 4-2-4 in fase di possesso.
La costruzione a 4 è stata vista tantissime volte ieri sera, anche con uno dei quinti (più spesso Carlos Augusto) ad abbassarsi e Bisseck largo, questo anche per allargare le maglie avversarie e cercare di passare centralmente grazie alle qualità di Klaasen e Sanchez nel ricevere tra le linee.
Intento che comunque non è riuscito tante volte.
La libertà che ha avuto De Vrij comunque ha permesso di attaccare la porta più volte in modo diretto.
Abbiamo visto infatti tante delle sue vecchie aperture per gli esterni, favorito anche dalla solita ottima ampiezza dell'Inter in fase di possesso e dalla difficoltà dei lusitani nel difenderla.
Frattesi ad esempio è stato un rebus per la loro difesa che, complice la mancanza di un uomo in fase di non possesso (Joao Mario inutile in fase di non possesso), erano costretti a far uscire il terzino lasciando il quinto spesso libero.
Grazie alla sua posizione inoltre Frattesi ha servito molte volte il quinto grazie a passaggi a muro con Bisseck.
Una nota dolente è rappresentata da Klaasen.
L'olandese è apparso estraneo agli schemi di Inzaghi, si abbassava per la fase di costruzione ma era evidente che l'allenatore volesse impiegarlo molto nel mezzo spazio sinistro, eppure l'Inter non è mai riuscita ad andare in quella zona di campo, paradossalmente è stato più Frattesi a fare quel lavoro a destra (come abbiamo visto poco sopra).
Sono stati poco sfruttati proprio le due mezzali e Sanchez, tre che amano giocare un po' più avanzati e che potevano trovare la superiorità numerica in fase di rifinitura visto che i 4 attaccanti del Benfica non partecipavano alla fase difensiva.
Ad ogni modo l'esperimento non si è dimostrato propriamente fallimentare.
I portoghesi ci hanno messo del loro (il gol di Frattesi è una dormita pazzesca della difesa) ma il fatto che l'Inter abbia chiuso in crescendo continuo è un ottimo segnale, segno che i giocatori in campo (Bisseck e Asllani tra tutti) hanno trovato la quadra col passare dei minuti.
Rimane un po' il rimpianto di non averla vinta visto che la Sociedad ha pareggiato ed i tre punti avrebbero permesso alla Beneamata di scendere in campo con due risultati a disposizione su tre, ma è evidente che il primo obiettivo di quest'anno sia il campionato, quindi non resta che sperare che i titolari (riposati) vincano e convincano domenica contro un Napoli difficile da preparare, visto il cambio in panchina che ha portato al ritorno di Mazzarri.
Partita che, ovviamente, rivedremo insieme nell'analisi tattica, testa alla prossima dunque.