Nella carriera di un calciatore ci sono notti che valgono piú di altre. È il caso di Nicoló Barella che, nei quarti di finale contro il Belgio, si è consacrato nell’elite del calcio internazionale.

Il centrocampista classe 1997 è sempre stato un predestinato. Già da giovanissimo ha saputo gestire qualsiasi genere di pressione: capitano del Cagliari e rigorista della squadra sin da subito, perché la paura non fa parte del vocabolario di Barella.

Barella nel primo anno con la maglia nerazzurra.

Nell’estate del 2019 arriva il primo grande salto della sua carriera. Lo chiama un certo Antonio Conte che in lui vede quel centrocampista destinato a dominare in Serie A, ma non solo, grazie alla sua capacità di abbinare corsa, foga agonistica e qualità. Un primo anno a due facce: I primi mesi di ambientamento tra alti e bassi e poi la titolarità conquistata con tanto di finale di Europa League guadagnata da protagonista con goal contro il Bayer Leverkusen ai quarti finale e assist in semifinale contro lo Shakhtar Donetsk.

È il secondo anno, però, quello in cui avviene il primo salto verso un livello altissimo. Barella parte subito titolare e gioca tantissimo. Limita persino quello che era il suo tallone d’Achille: le ammonizioni. Verrà squalificato per somma di cartellini gialli solo a fine stagione. Nel mentre è assolutamente imprescindibile nello scacchiere tattico di Antonio Conte. Corsa, grinta e carisma, ma anche goal importanti e di rara bellezza, come quello contro la Juventus in un autentico crocevia scudetto, o quello contro la Fiorentina con il destro a giro (giusto per zittire i critici del partito “sa solo correre”). La stagione dell’Inter si concluderà con il tricolore cucito sul petto con un nettissimo dominio sul rettangolo verde (con tanto di 91 punti in 38 giornate) dove i meriti di Barella sono davvero tanti e il suo è un ruolo da protagonista assoluto.

Ma è nella notte dei quarti di finale contro il Belgio che Nicolò Barella si consacra agli occhi della platea mondiale. Un goal stupendo con serpentina in area di rigore e destro secco a battere Courtois, roba da stropicciarsi gli occhi. Ma Nicolò è cosi, più si alza la posta in palio e più aumenta il livello e la qualità delle sue partite, cosa che solo i più grandi riescono a fare. Gioca con l’esperienza di un veterano, pur essendo nato nel 1997.

Barella è, ormai, un centrocampista di livello assoluto che non teme in alcun modo il palcoscenico internazionale, con buona pace dei detrattori.

Gli interisti e gli italiani se lo godano, Nicolò si è definitivamente consacrato nella notte di Monaco di Baviera.


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