Superlega o Super-fuga? L'Inter abbandona, Florentino Perez smentisce gli addii di Milan e Juventus
Superlega? Super-fuga? Difficile dirlo, difficile trovare una chiave di lettura univoca in quello che è senza dubbio l'evento più surreale della recente era del calcio mondiale. Succede che domenica 12 club europei annunciano in pompa magna la nascita di un torneo “elitario” e sovranazionale, che coinvolgerebbe 15 club fondatori dando loro il posto fisso nella competizione che sostituirebbe la Champions League, e cinque club destinati ad accedere per merito sportivo. Ma succede anche che 48 ore dopo metà dei club, tutte le inglesi, abbandonino il progetto stesso come vi abbiamo raccontato ieri: troppo forti le pressioni mediatiche e dei tifosi. Mentre nella mattinata di mercoledì hanno emesso il comunicato con cui si avvia il procedimento d'uscita dalla Superlega anche Atletico Madrid e Inter: note interlocutorie invece di Milan e Juventus, che danno per sospeso il progetto, ma non annunciano una vera e propria uscita. La serata della Serie A porta ad ulteriori dichiarazioni.
SUPERLEGA: GLI AGGIORNAMENTI ITALIANI - Prima del Sassuolo, Paolo Maldini comunica alla stampa di non essere stato minimamente informato del progetto, gestito da Gazidis per il Milan. Beppe Marotta invece ha il suo consueto approccio “totalitario”, spiegando nei dettagli il tutto: la Superlega è stata giostrata dai 12 proprietari del club, convinti che con l'attuale modello calcistico si vada al default. C'è una frase di Marotta che colpisce: “Milan, Inter e Juventus hanno investito un miliardo negli ultimi anni per comprare giocatori. Ora non possiamo più. E questo farà male a tutto il sistema, sopratutto ai club piccoli”. Una frase sintomatica di una situazione delicata e intricata, mentre l'ad nerazzurro risponde anche alle critiche di Urbano Cairo che l'aveva definito un Giuda per aver tramato alle spalle della Serie A creando la Superlega: ”Non concepisco l’attacco diretto di #Cairo. Mi ha offeso dandomi del Giuda e del traditore. Questo ha comportato minacce pubbliche e private. Rimetterò il mio mandato da consigliere federale e decideranno i club”. Tocca ad Antonio Conte chiudere il discorso, con il pensiero probabilmente più articolato sentito da un membro diretto del calcio italiano, dove tutti o quasi sono rimasti silenti: “La meritocrazia va messa al primo posto, ma l'UEFA deve riflettere sull'accaduto. I giocatori vengono spremuti come limoni e ci rimettono le società, che andrebbero premiate in maniera più congrua dall'UEFA stessa. Se l’Uefa ricava 10 e destina ad esempio 3 ai club, non credo sia giusto. Perché sono i club quelli che fanno ricavare quei soldi e che investono per i giocatori”. Il sentimento italiano resta comunque ampiamente inferiore a quello estero, vista anche l'intervista notturna di Florentino Perez a “El Larguero”.
SUPERLEGA, FLORENTINO PEREZ “RAVVIVA” IL PROGETTO - 48 ore possono cambiare tutto. Nella notte tra lunedì e martedì Florentino Perez aveva parlato in toni entusiastici della Superlega ai microfoni di “El Chiringuito”, stanotte invece si è ritrovato a spiegare dai microfoni di “El Larguero” (Cadena Ser) cosa non ha funzionato e le motivazioni per cui un progetto che sembrava solido e vincolato da contratti blindati è crollato, sciogliendosi come neve al sole dopo 48h. Florentino Perez spiega in maniera diffusa, e non dà per morta la Superlega: "Lavoravamo da anni alla Superleague, non abbiamo saputo spiegarla e ne abbiamo pagato le conseguenze. Non mi aspettavo che tutto sfumasse in 48 ore. Cos'è successo? Abbiamo ricevuto un attacco frontale che mi è sembrato quasi orchestrato: l'aggressività del presidente dell'UEFA e dei media, le mosse dei Governi, minacce, insulti. Ci hanno trattato come se avessimo ucciso il calcio, quando in realtà tutto questo nasceva per salvarlo. Arrivo a stasera triste e disilluso. Il progetto nasce per ovviare alla crisi economica. Le leghe nazionali, al contrario di quanto si è scritto, non sono mai state in discussione: volevamo sostituire una Champions League che non funziona più e non risponde alle esigenze dei grandi club e delle società dall'elevato fatturato che hanno perso ingenti somme col COVID-19. Senza Superlega il calcio muore? Ah non lo so, che s'inventino qualcosa loro adesso... Ceferin ci ha trattato come se avessimo lanciato una bomba atomica sul calcio, quando studiavamo solo come aumentare ricavi e introiti. Fare più match infrasettimanali tra le big, a nostro avviso, era l'unica soluzione. Avevamo inoltre già discusso con svariati broadcaster per proporre il progetto e ascoltare le loro valutazioni economiche sulla Superlega.
Uno dei sei club britannici è entrato solo per convenienza, per non restare fuori e perdere terreno rispetto alle rivali, e non per reale interesse. Non dirò di chi si tratta. Aveva sfiducia nel progetto sin dagli istanti seguenti alla firma dell'accordo vincolante e ha “contagiato” le altre, che poi si sono tirate indietro per tutta la situazione che si è creata. I proprietari dei club di Manchester, non dirò quali (ma sorride alla nomina del Man City, ndr), hanno avviato una campagna manipolatoria, facendo credere che la nostra intenzione fosse quella di lasciare i campionati. Le inglesi hanno lasciato per le pressioni poste, ma non dal Governo, bensì dallo show mediatico dell'UEFA, che ha smosso mari e monti per farci fallire. Le proteste dei tifosi del Chelsea? Dai, non scherziamo, erano una quarantina di tifosi. So chi li ha mandati, gli stessi che hanno finanziato e inviato le maglie anti-Superlega al Cadiz prima della sfida contro il Real Madrid (allude all'UEFA). Non avvieremo cause legali contro i club inglesi".
La Superliga non è morta. Si dicono tante cose, non vere. La Juventus non ha abbandonato la Superlega, e neanche il Milan. Ci sono dei club ancora in sella, che vogliono cambiare il calcio e discuteranno tra loro e con l'UEFA di una competizione che possa aumentare i ricavi e sostituire un'UCL poco sensata. Alcuni comunicati sono stati mal interpretati. Al momento Real Madrid, Barcellona, Milan e Juventus sono le società che non hanno avviato le pratiche d'uscita. Posso dire però che nessun club è uscito formalmente: se mi chiedete quanti club sono all'interno del consorzio, devo rispondere tutti e 12. Il contratto è vincolante e regolamentato da delle penali che si dovranno attivare per abbandonare ufficialmente il progetto: nessun club è uscito da più di 24h, quindi nessuno allo stato attuale delle cose ha versato la penale. Non dirò la cifra dell'indennizzo economico, per una questione di correttezza. Avevamo studiato tutto nei minimi dettagli. Dopo l'annuncio della nascita della Superlega, mercoledì tutti e dodici i presidenti dei club fondatori avrebbero dovuto rilasciare interviste per spiegare il progetto sui canali ufficiali delle società o sui principali media (Agnelli si era rivolto a Repubblica e CorSport, ndr). Semplicemente, ci hanno ucciso prima. Non ho mai visto così tanta cattiveria come quella che si è scatenata contro la Superlega. Chi aveva dei privilegi e si sentiva padrone del calcio ha lavorato per mantenere quei privilegi, dando vita a una reazione spropositata che ci ha ucciso in 24 ore. Volevano mantenere quei privilegi anche a costo di sabotare i club. Cosa succederà ora? Se il progetto-Superlega non ha funzionato, non è detto che altri non funzionino: continueremo a discutere e lavorare. Ribadisco che Juventus e Milan non sono uscite, e che non sono stato lasciato solo: ho sentito Agnelli tre volte solo mercoledì. Bayern e PSG? Non ho mai garantito la loro presenza a nessuno dei club fondatori: li avrei voluti nel progetto, ovviamente, ma non ne abbiamo mai discusso.
Da come ha reagito l'UEFA, sembrava che sapessero da settimane cosa stavamo per fare e quando avremmo annunciato la Superlega. Ci hanno attaccato personalmente, con insulti e dichiarazioni assurde. Mi sarebbe piaciuto avere un presidente dell'UEFA educato e rispettoso dei club e dei loro proprietari, ma questo non è successo. Ceferin ci ha insultato e ha utilizzato parole e metodi antidemocratici, quando invece dovrebbe dare l'esempio. Ci siamo ritrovati ad affrontare un meeting durante il quale molti club erano spaventati: l'Atletico Madrid ha abbandonato perchè distrutto dalla reazione e della situazione che si era creata, gli umori erano molto bassi. Non capisco perchè ci sia stata questa crociata contro la Superlega, visto che da anni nel basket esiste l'Eurolega che è lo stesso torneo e club che hanno rifiutato, come il Bayern, ci partecipano da anni. Ci criticavano perchè volevamo inserire gli stessi club fissi nella Superlega, ma per quanti anni consecutivi Real Madrid, Barça e Atletico Madrid si sono qualificati alla Champions? Per quanti anni la Juventus? L'UEFA vuole questa nuova Champions League che non ha senso, nessuno la capisce e allontanerebbe ancora i giovani dal calcio, mentre dobbiamo recuperare quel tipo di pubblico. Servirà comunque una competizione dai maggiori ricavi, e faremo proposte. I club perderanno due miliardi quest'anno, continueremo a discutere di possibili soluzioni e molti si ricrederanno sul progetto-Superlega nei mesi a venire".