Analisi tattica Frosinone Inter: pokerissimo nerazzurro
Allo Stirpe l'Inter è chiamata a riscattare la sconfitta col Sassuolo, l'avversario è un Frosinone impegnato nella lotta salvezza che vende cara la pelle.
Tre partite alla fine, uno scudetto già in tasca ed una sensazione di festa continua e di vacanza, però il campionato si deve onorare soprattutto perché in questi ultimi impegni si sfidano squadre invischiate nelle varie lotte salvezza/europee.
Inoltre ci sono dei traguardi da raggiungere: uno, già superato, era sorpassare i 91 punti di Conte, l'altro, sicuramente più difficile, è quello di registrare il punteggio più alto in Serie A della storia dell'Inter, ovvero i 97 punti di Mancini nella stagione 2006/7.
Chiaro però che Inzaghi debba pensare anche alla gestione dei suoi giocatori ed alle rotazioni da fare, per questo fa riposare Mkhitaryan, Pavard, Bastoni, Calhanoglu e Lautaro in favore di Frattesi, Bisseck, Carlos Augusto, Asllani ed Arnautovic.
Il Frosinone invece è orfano di Barrenechea, fermato da un turno di squalifica, e cerca di sorprendere gli avversari con Reinier, Cheddira e Soulè, un tridente che non si vedeva da tempo e mai con Reinier riferimento centrale.
I padroni di casa cominciano la partita con un atteggiamento piuttosto passivo, la pressione è accennata e non è attiva, l'intenzione è quella di far giocare gli avversari per poi provare a capire in contropiede nonostante comunque la presenza di un paio di ottimi giocatori quando si tratta di “giocare”.
Il problema della fase di non possesso della squadra di DI Francesco però era la netta inferiorità nelle prime due linee di pressione.
Il Frosinone aggrediva con 5 uomini ma lo faceva come se non sapesse che l'Inter costrinse a 4 e non a 3.
Molto polarizzanti sono stati i centrocampisti interisti, che grazie alla superiorità di cui godevano a centrocampo sono sempre riusciti a ricevere tale linee dietro la seconda linea di pressione.
I padroni di casa infatti aggredivano i tre braccetti con i tre attaccanti in un 5-2-3 con quinto contro quinto.
Il problema però è che i difensori non rompevano quasi mai la linea quindi le mezzali potevano posizionarsi dietro i due di centrocampo avversari senza essere pressati.
L'occupazione del campo degli uomini di Di Francesco è stata infatti molto deficitaria, sia quando i nerazzurri costruivano a 3…
…sia quando costruivano a 4, con Asllani che si abbassava.
Senza Calhanoglu Barella si è preso molte responsabilità in fase di costruzione, giocando una partita clamorosa per completezza e versatilità.
Era infatti molto coinvolto in fase di costruzione ed allo stesso tempo si è ritrovato a fare il rifinitore primario.
Questo suo coinvolgimento nel palleggio ha permesso a Frattesi di alzarsi molto dietro la linea del centrocampo avversario.
I suoi smarcamenti gli permettevano di essere già presente negli ultimi 30 metri quando la squadra ne aveva bisogno, facendone praticamente un attaccante aggiunto, il suo fiuto del gol poi aiuta quando c'è da essere presenti in area, ed infatti non solo ha segnato e fatto assist ma ha anche sprecato un'ottima occasione nel primo tempo.
Altro problema per il Frosinone è stata la solita ampiezza della manovra interista: a sinistra come al solito Carlos Augusto non è stato molto offensivo, anzi è spesso rimasto dietro in preventiva, a destra invece l'Inter ha sfruttato le progressioni di Bisseck che si faceva sempre trovare largo, sia quando Asllani rimaneva davanti alla difesa come perno che quando scendeva nei 4.
La sua presenza in quella zona del campo era permessa soprattutto dal solito movimento ad accentrarsi di Darmian che così facendo attirava il quinto avversario.
Quando il tedesco però riceveva palla Valeri (il quinto di sx) usciva in pressione, a quel punto la linea dei padron idi casa si sfilacciava avendo troppi avversari di cui preoccuparsi.
Altra particolarità della linea difensiva della squadra di Di Francesco è stata la totale assenza della trappola del fuorigioco.
Spesso infatti hanno cercato di difendere con un blocco medio concedendo tanto spazio dietro di sé, l'Inter come al solito ha provato a superare l'ostacolo con lanci verso Thuram a scavalcare la linea, ma gli avversari non hanno mai provato a mandarlo in fuorigioco, piuttosto assorbivano sempre ogni movimento.
Ed è proprio grazie a questo che l'Inter chiude la partita col gol di Arnautovic: Thuram attacca la profondità e Brescianini assorbe il movimento, nel rientrare però tiene nettamente in gioco Frattesi, che servito da una palla stratosferica di Barella serve l'assist vincente.
Il Frosinone in ogni caso ha dato tanto filo da torcere alla retroguardia guidata da Sommer, creando tante occasioni e sfruttando anche i tiri da fuori.
La costruzione non è stata molto efficace: 4+2 con il portiere Cerofolini nei 4, l'Inter li ha sempre chiusi con il solo Arnautovic e Thuram che copriva la traccia verso il terzino, costringendo gli avversari a lanciare spesso cercando Zortea, dato che aveva il mismatch fisico con Dimarco.
Grazie ad una pressione simile la Beneamata sblocca la partita: Dimarco allunga la corsa per pressare il portiere che si rifugia in Lirola, gli ospiti chiudono le vie centrali e recuperano palla per poi andare in gol (con un po' di fortuna).
Le migliori palle gol infatti sono state create soprattutto da riconquiste del pallone in zone avanzate e da transizioni nate da preventive un po' “deboli” dell'Inter.
Una soluzione che ha messo in difficoltà la linea difensiva di Inzaghi sono stati i continui scatti in profondità soprattutto di Cheddira.
L'attaccante è sempre stato molto abile a giocare sul filo della linea nerazzurra piazzandosi spesso tra braccetto e quinto.
In ogni caso, grazie ad un'ottima prestazione di Sommer ed un po' di fortuna, l'Inter riesce a tenere inviolata la porta ed a dilagare nel secondo tempo, trovando anche il primo gol con questa maglia di Buchanan ed il ritorno alla rete di Lautaro, che allunga a 24 il suo bottino stagionale in campionato.
Di certo i nerazzurri non sono centrati come prima ma dimostrano di poter vincere le partite agilmente anche senza trovare la miglior forma e la massima concentrazione, confermandosi una corazzata difficilmente fattibile.
Due partite alla fine, ora tocca ad una Lazio che cerca un piazzamento europeo dopo la stagione deludente, davanti però avrà probabilmente una bolgia dato che sarà l'ultima partita in casa dei ragazzi di Inzaghi con annessa premiazione, San Siro vorrà omaggiare i propri beniamini al meglio e sicuramente anche i giocatori vorranno ringraziarli con una vittoria.