Spesso Inzaghi è stato criticato per la gestione deficitaria del calendario, non riuscendo ad amministrare bene i compiti dell'allenatore di una squadra che si gioca lo scudetto. Ieri invece ha fatto vedere chiaramente qual è l'obiettivo primario dell'Inter per questa stagione: la seconda stella.

Per questo motivo vedere i Nerazzurri fare una partita di gestione dove il focus principale era non fare danni non è necessariamente una brutta notizia, il campionato è lungo e si può vincere anche limitandosi a non perdere scontri del genere.

La Benamata ha sempre sofferto i bianconeri in campionato, l'anno scorso ad esempio ha perso entrambe le sfide di Serie A senza segnare neanche un gol, per questo essere riusciti ad uscire con un punto in rimonta dal campo della seconda in classifica non è un brutto risultato.

Purtroppo entrambe le squadre avevano delle assenze: Bastoni per l'Inter, Locatelli per la Juve, oltre ai già indisponibili Pavard, Danilo e Weah.

Alla luce di queste Inzaghi non azzarda e schiera Acerbi braccetto, Allegri invece lo fa (parzialmente) mettendo in campo Nicolussi Caviglia in cabina di regia.

Le formazioni ufficiali.

La partita inizia in maniera molto prevedibile: gli ospiti mantengono il possesso del pallone, i padroni di casa aspettano l'errore.

C'è però da dire che la Juve propone un pressing più propositivo del previsto, per quanto non particolarmente aggressivo.

Chiesa su Darmian, Vlahovic su De Vrij e McKennie su Acerbi: questi gli accoppiamenti in fase di costruzione, con quinto contro quinto.

La pressione su Dumfries in particolare era volta a non fargli giocare palloni verso le punte, l'olandese infatti è stato poco incisivo ed anche quando i compagni uscivano dalla pressione passandola a lui l'Inter tornava indietro per colpa dei suoi retropassaggi.

L'obiettivo primario dei piemontesi era sicuramente quello di non far arrivare il pallone alla punte o comunque farle giocare il meno possibile, questo ha favorito molto il trio di centrocampo che ha toccato tanto il pallone, Barella ad esempio è stato più coinvolto in fase di costruzione.

Bremer spesso francobollato a Thuram, Gatti sale per coprire la linea di passaggio.

In quali occasioni l'Inter è riuscita ad andare dagli attaccanti? In situazioni di semitransizione, grazie a pressioni sbagliate o possessi persi.

Gatti qui sale in pressione su Mkhitaryan che chiude il passaggio a muro verso Acerbi, a questo punto non c'è più il difensore italiano a coprire lo scatto in profondità di Thuram..
..servito da Acerbi, libero così di attaccare Bremer o tenere palla senza raddoppi.
Mckennie a metà tra Mkhitaryan ed Acerbi, fa un brutto angolo di pressione e lascia spazio per l'imbucata centrale. La Juve era molto più preoccupata dal gioco laterale interista che da quello centrale.

Anche il gol dell'Inter è frutto di questo principio: palla persa e Rabiot non è in posizione su Barella che attacca dietro Kostic, sul centrocampista sale troppo frettolosamente Rugani che lascia Bremer da solo con Thuram, Lautaro con un movimento di Icardiana memoria si libera di Gatti e segna il gol del pareggio.

Le catene laterali inoltre mettevano sotto stress la retroguardia juventina, il problema è stato non aver l'uomo giusto per sfruttarle, soprattutto quella sinistra che infatti è sembrata sottotono, Acerbi infatti non può essere la minaccia che invece Bastoni è sia per il piede che per il dinamismo.

Discorso analogo per l'assenza di Pavard: “Benji" sarebbe potuto essere un fattore nella partita di ieri grazie alle rotazioni che portavano il braccetto di dx ad essere molto largo e con spazio. Darmian non era l'uomo giusto per sfruttare determinate situazioni.

Dumfries viene dentro attirando Kostic permettendo la salita di Darmian.

Abbiamo visto comunque un Lautaro molto propositivo in zona di rifinitura, è stato lui infatti l'uomo chiave per la manovra interista e non Thuram, questo perché il francese aveva sempre addosso la marcatura di Bremer, il Toro invece poteva “galleggiare” davanti alla difesa anche per attirare i braccetti (più spesso Rugani).

Il motivo per cui la Beneamata non è mai riuscita a sfondare si può ricondurre ad una sua prestazione non eccelsa quando c'era da fare l'ultimo passaggio (si è fatto ampiamente perdonare col gol però).

Nell'altra sponda abbiamo visto qualche idea nella costruzione juventina, mai pericolosa però su azione manovrata.

In fase di prima costruzione Gatti si allargava e Kostic scendeva largo per formare una linea a 4 con Nicolussi perno del centrocampo.

La posizione di Cambiaso era decisamente interessante, perché in fase di possesso si accentrava permettendo a McKennie di dare ampiezza a destra, formando un 4-3-3 con l'italiano mezzala destra.

L'ex Genoa aveva anche compiti di costruzione e risaliva il campo in conduzione.

Tuttavia la giocata più utilizzata da Allegri per superare la pressione è stata il lancio lungo su Vlahovic.

Il serbo ha giocato un'ottima partita proteggendo e smistando benissimo il pallone sulla marcatura di De Vrij, prestazione poi impreziosita da un bel gol partito da un suo scippo ai danni di Dumfries.

Qui vediamo un sunto di quello che ho detto sopra: lancio su Vlahovic che smista su Mckennie largo, Acerbi (che lo marcava)  sceglie di ripiegare lasciando l'americano solo e Dimarco segue l'inserimento di Cambiaso, partito da posizione centrale.

Tuttavia, dopo le grandi prove di Chiesa in nazionale, era l'ex fiorentina l'uomo più atteso.

Contro Ucraina e Macedonia ha agito molto largo con Dimarco accentrato per favorire gli isolamenti e gli 1v1 dello juventino; sia i tifosi che i media hanno incolpato Allegri per non averlo utilizzato così, facendogli calpestare più zolle centrali.

Per l'appunto, ieri il tecnico livornese ci ha fatto vedere un Chiesa più in ampiezza del solito con la maglia della Juve.

Possibilità di puntare Dumfries in 1v1.

Può sembrare banale, ma il gol della Juve arriva anche grazie a questa mossa: è lui a servire Vlahovic puntando l'uomo sulla fascia.

Per questo abbiamo visto l'esterno olandese poco alto in fase di non possesso: su Kostic saliva Barella per permettere a Dumfries di stare fisso su Chiesa.

Il risultato non è stato uguale a quello visto in Nazionale ad ogni modo, anche perché l'esterno italiano non ha abbandonato parti più centrali di campo, anche per favorire salite di Kostic palla al piede.

Nel primo tempo abbiamo visto tante cose interessanti, nel secondo la partita è proprio scesa d'intensità per le motivazioni che abbiamo dato ad inizio articolo: nei secondi 45 minuti 0 tiri per la Juve, 1 per l'Inter.

L'impressione però è che fossero proprio i Nerazzurri quelli a dover spingere tra le due squadre, sia per una questione di status (i torinesi arrivano alla sfida da underdog) sia per soluzioni e gioco.

Ad esempio Inzaghi aveva in panchina Frattesi, perfetto per attaccare lo spazio che si creava nella linea di difesa avversaria quando i braccetti rompevano la linea.

Rugani esce su Lautaro, ci deve essere un uomo che prova ad attaccare quello spazio.
In occasione dell'unico tiro in porta nel secondo tempo dell'Inter: Gatti esce su Barella, tra lui e Bremer si crea una voragine, i centrocampisti della Juve non hanno mai brillato per effort difensivo ed infatti Mkhitaryan si inserisce e, servito da Barella con un gran tacco, mette in mezzo il pallone per Thuram.

Parliamo di un difetto strutturale dei bianconeri poco sfruttato anche l'anno scorso.

Immagine presa da una partita dello scorso anno: Gatti non esce perché vuole rimanere su Lautaro, Locatelli non segue il taglio interno di Dimarco.

Un Frattesi in campo avrebbe sicuramente aggiunto qualcosa alla fase offensiva, a parer mio togliendo poco a quella di costruzione visto che la Juve non era una gran minaccia per l'uscita palla.

Poco male perché Inzaghi si ritiene soddisfatto ed i Nerazzurri mantengono la vetta a +2 dai bianconeri e +6 dal Milan, come detto la strada per la seconda stella passa anche da partite del genere, è comunque un bene sentire nelle mani il proprio destino, è sintomo di consapevolezza e non fa mai male ad una squadra che punta a vincere lo scudetto.

Intanto la prima delle tre trasferte consecutive a dir poco scomode è andata, adesso tocca al Benfica in una partita che potrebbe vedere tante seconde linee schierate vista la possibilità di passare da primi a prescindere vincendo con la Real Sociedad in casa e visto l'impegno imminente con il nuovo Napoli di Mazzarri al Maradona.

Si prospetta un mese complicato ma l'Inter ha dimostrato di poterlo gestire, partita dopo partita.

 

 


💬 Commenti