L' Inter ha un problema, è inutile girarci intorno, e il problema si chiama Champions League. Per la terza volta di fila lo Shakhtar Donetsk inchioda l'Inter sullo 0 a 0, incredibile ma vero, quasi lo stesso copione dell'anno scorso, con la differenza che, questa volta, gli ucraini, sotto la guida di De Zerbi, creano qualche pericolo in più e nel secondo tempo rischiano addirittura di andare in vantaggio.

La Champions dell'Inter sembra un loop infernale che si ripete ciclicamente, l'anno scorso, in casa dello Shaktar, Barella ha colpito una traversa al 15' , ieri, nella stessa porta e allo stesso minuto, Barella si è incredibilmente ripetuto. Pyatov, portiere modesto, ieri si è trasformato in Batman, su Correa prima e su de Vrij poi. Tuttavia sarebbe da sciocchi affidare le responsabilità esclusivamente alla cabala.

Questa Inter è stata la più brutta vista fino a questo momento, la squadra sembrava stanca e priva di idee, Lautaro  e Dzeko hanno sbagliato goal facili e a porta vuota, il centrocampo aveva dei buchi clamorosi, ed è ormai lampante che questa squadra non può prescindere da Brozovic, appena il croato è uscito, l'Inter è scomparsa e lo Shaktar ha preso il pallino del gioco. L'unico a giganteggiare è stato Skriniar, autore di una prova stratosferica, di livello internazionale, ma non è bastato per assicurarsi i tre punti.

A completare il copione horror ci si mette la solita quarta fascia, che come ogni anno, si trasforma in Davide che batte Golia, lo Sheriff batte il Real Madrid e inguaia l'Inter. La squadra moldava sembrava essere la più abbordabile della Champions, e invece, nelle due prime apparizioni della sua storia nella competizione, conquista addirittura sei punti, cambiando clamorosamente le gerarchie di un girone che, da abbordabile, si è già trasformato in problematico. 

La competizione è ancora alla portata dei nerazzurri, tuttavia bisogna trovare la fame e la capacità realizzativa che in campionato non manca, più che una svolta tecnica, forse, c'è bisogno di una svolta psicologica, per trasformare una maledizione, in una gioia irrefrenabile.


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