Il campionato è indirizzato, vero, ma anche prima di un'importantissima trasferta europea (quella di Madrid, il mercoledì) Inzaghi vuole andare a vincere in casa del Bologna, una delle poche squadre quest'anno con cui non ha ottenuto il massimo risultato, considerando anche la Coppa Italia.

I ragazzi di Thiago Motta sono momentaneamente e meritatamente al quarto posto, sognando un piazzamento europeo che sarebbe clamoroso, ed è stata una delle squadre che meglio ha affrontato l'Inter di Inzaghi in quest'annata.

L'ex giocatore dell'Inter ed eroe del triplete infatti ha creato una realtà tecnico-tattica efficientissima, con giocatori che hanno imparato a conoscersi dando vita ad ottime combinazioni nello stretto, mettendo insieme l'estro e la imprevedibilità di Zirkzee, che vaga per tutto il campo a cercare la palla con movimenti, e posizionamenti codificati di altri giocatori, come ad esempio Orsolini o Odgaard nel caso dell'ultima partita.

Senza palla inoltre il Bologna si muove benissimo ed è molto organizzato con il suo blocco medio ed una pressione aggressiva e senza riferimenti sull'uomo, quindi facilmente modellabile a seconda dell'avversario.

La partita, per i felsinei, è molto più importante per l'economia del campionato ed arriva in casa, dove hanno il miglior rendimento dopo l'Inter e non perdono dalla prima giornata ad agosto, per questo la scelta di Motta di rinunciare ad Orsolini sorprende.

Inzaghi invece ritrova Calhanoglu, Acerbi e Thuram dal primo minuto, ma risparmia Pavard, Lautaro e Dimarco, preservandoli per la partita al Wanda Metropolitano.

Le formazioni ufficiali

Tra le due, come detto, la squadra di casa è quella che ha più necessità di vincere la partita, ed è per questo che sono sicuramente i più propositivi con la palla, cercando mantenere il possesso sin dall'inizio.

I loro principi di gioco sono riconoscibili sin dall'inizio, come sempre un centrale (quello dal lato debole) si alza dietro la prima linea di pressione interista per sfoltire la zona di costruzione e favorire linee di passaggio più pulite verso le fasce.

L'Inter all'andata aveva sofferto molto questo movimento ma, anche grazie alla sfida di Coppa Italia, ha imparato a gestirlo meglio, non facendo più uscire un centrocampista ma utilizzando invece corse allungate delle punte, che attaccavano il centrale ricevitore, forzandolo anche all'errore in qualche occasione.

Nel primo tempo i nerazzurri conducono una pressione forte sin da subito indirizzata più verso il centro del campo che sulle fasce, come invece accade di solito.

Il frigger infatti era diverso, ed i giocatori aggredivano più le linee di passaggio che i portatori di palla.

Questo atteggiamento ha favorito più che altro i terzini, soprattutto Posch, che erano liberi di condurre fino al centrocampo indisturbati.

Mkhitaryan era più preoccupato dell'uomo alle spalle, la postura del corpo lo evidenzia.
Da questo grafico si nota come i due terzini siano stati i giocatori con più metri guadagnati grazie a conduzioni e passaggi insieme a Ferguson.

La pressione si faceva più feroce non appena l'atteggiamento “di contenimento” dava i suoi frutti, costringendo i padroni di casa a fare retropassaggi o a sbagliare tecnicamente qualche appoggio, visto l'ottimo lavoro fatto al centro del campo.

In quel caso era il quinto ad uscire aggressivo sul terzino. 

L'obiettivo del Bologna era comunque sempre quello di costruire per vie centrali grazie alle proprietà associative di Zirkzee, che tirava fuori dalla linea Acerbi e favoriva gli inserimenti dei centrocampisti dal lato debole.

L'Inter era preoccupata proprio di far arrivare la palla al 9 olandese, sia per le sue ovvie doti tecniche sia, appunto, perché significava lasciare incustodita e sfilacciata l'ultima linea di pressione.

Per questo la mezzala sul lato debole (più spesso Mkhitaryan, dato che costruivano a sinistra spesso e volentieri) si preoccupava più di coprire la linea di passaggio verso l'attaccante che a proteggere eventuali cambi di gioco.

L'uomo oche si è mosso più di tutti nella loro fase di possesso però è certamente Aebischer, che da destra spesso si tagliava il campo sul lato palla per creare densità, sia in fase di sviluppo..

Aebischer si piazza dietro la linea dei centrocampisti, infatti su di lui usciva Bastoni, anche per occupare il posto di Zirkzee che si abbassava tanto. Inoltre spesso Saelemaekers rimaneva più accentrato con Kristiansen in ampiezza.
Il suo movimento costringe l'Inter ad accorciare, lasciando spazio ad eventuali cambi gioco verso Posch.

La densità a sinistra è stato un tema importante per la partita.

Da quel lato ci sono tutti gli accentratori di gioco del Bologna: Freuler, Saelemaekers, Ferguson, ma soprattutto Zirkzee che, essendo destro, preferisce ricevere la palla in quella zona per rientrare.

I movimenti di Aebischer poi aggiungevano volume alla fascia costringendo l'Inter a stringere con molti suoi uomini.

A sfruttare questo volume di giocatori era spesso Odgaard, che rimaneva avulso dalla manovra restando largo in ampiezza pronto a ricevere il pallone e punire l'1v1 creatosi da un cambio gioco verso di lui.

Posch invece fungeva sempre da terzino bloccato: con la manovra a sinistra, stringe leggermente la posizione per poi attaccare lo spazio in conduzione nel caso il Bologna uscisse dalla pressione.

Zrikzee si allarga ed Aebischer si piazza al suo posto dietro la linea del centrocampo. Carlos augusto rimane lontano da Bastoni perché attirato da Odgaard, lasciando tanto spazio tra sé ed il compagno.
Spazio che ovviamente viene attaccato da un giocatore, il che costringe Carlos Augusto a stringere, lasciando la possibilità del cambio gioco verso Odgaard, rimasto largo.

Nonostante ottime trame però il Bologna non costruisce granché durante il corso del primo tempo: l'aggressione dell'Inter è ottima e lascia poco spazio ai punti forti degli emiliani.

La Beneamata invece, proprio grazie alla pressione, si costruisce un paio di grandi occasioni tra cui quella di Barella dopo un ottimo recupero alto, con l'italiano che purtroppo, a tu per tu col portiere, la spara addosso al portiere.

Su azione manovrata soffre un po' l'assenza di Lautaro, formidabile nel vincere i duelli fisici coi centrali avversari e legare il gioco.

A far questo lavoro è stato maggiormente Thuram, se si va a vedere la passmap della partita, con il francese che ha una posizione media più arretrata rispetto a Sanchez.

Entrambi gli attaccanti comunque hanno svolto entrambi i lavori: come al solito l'Inter ha affrontato il blocco medio anche con lanci lunghi per allungare i reparti avversari. 

Il fatto di avere utilizzato poco Thuram sotto questo punto di vista però ha pesato, forse.

La pressione del Bologna era di ottimo livello infatti grazie a Zirkzee e Ferguson che contrastavano la costruzione a 4 interista e le vie centrali in modo egregio.

Il turco si è abbassato moltissimo, ed a fare da secondo play è stato più Mkhitaryan che Barella, diversamente dal solito.

Anche in fase di prima pressione i padroni di casa si sono comportati molto bene, senza far uscire mai i terzini alti ma spesso costringendo i nerazzurri a lanciare verso le punte per esplorare la parità numerica, con i difensori che preferivano fare fallo sui duelli piuttosto che far girare gli attaccanti.

Era Aebischer ad uscire su Carlos Augusto, Thiago Motta preferisce tenere la linea difensiva al suo posto.

Anche il Bologna ha adottato una pressione “conceditrice”, senza essere particolarmente aggressivi se non a seguito di alcuni retropassaggi.

Come sempre questa è un'arma dell'Inter però, che torna da Sommer volentieri per attirare la pressione avversaria.

Nella sfida con gli emiliani Sommer, una volta aggredito, scaricava il pallone sulla fascia verso il quinto che poi trovava spesso Acerbi ed il suo contromovimento verso il centrocampo.

Zirkzee allunga la corsa su Sommer lasciando Acerbi, che ne approfitta per risalire il campo e ricevere da solo.

I nerazzurri hanno decisamente faticato di più a costruire in mezzo al campo, anche per colpa, come già detto, di un formidabile giocatore nel raccordo del gioco come Lautaro.

Nonostante questo la loro solita fluidità ha aiutato in molte situazioni.

L'occasione di Darmian, ad esempio, nasce da un'ottima rotazione con Barella che abbandona la zona di manovra portandosi via l'uomo e lasciando lo spazio attaccabile da Mkhitaryan.

Una volta ricevuto il passaggio Mkhitaryan va da Bisseck sfruttando le sue doti da incursore, con il tedesco che fornirà un ottimo passaggio a Darmian mandandolo al tiro.

Un'azione improvvisata, ma che certifica l'abilità di adattamento dei giocatori interisti, che riconoscono da soli situazioni potenzialmente pericolose.

Un'altra azione molto interessante, che sicuramente non è stata improvvisata stavolta, è quella del gol.

Con l'acquisto di Pavard e la sua partecipazione offensiva sempre più costante ci si è spesso domandati se fosse possibile un gol che parte da un braccetto per poi finire col gol dell'altro braccetto, una suggestione che ha colpito anche Inzaghi, come ammesso da lui stesso in un'intervista post-partita poco tempo fa.

Visto l'utilizzo dei terzi di difesa in fase di possesso, che ormai conosciamo tutti, era solo questione di tempo affinché accadesse.

Come già spiegato più volte in altre analisi post partita, Inzaghi stringe la posizione dei quinti per lasciare la fascia libera ai braccetti.

Un movimento fatto più a sinistra con l'asse Bastoni-Dimarco ma che, soprattutto con Bisseck, possiamo vedere anche a destra.

Contro il Bologna invece lo abbiamo visto contemporaneamente in entrambe le fasce nell'occasione del gol.

Già qui Darmian si accentra attirando il terzino, con Bissck che comincia a prendere campo.
Barella sale favorendo l'accentramento di Carlos Augusto, creando questa struttura con Bisseck e Bastoni larghi.
Sanchez imbuca per Carlos Augusto che trova Bastoni dietro di sé, il difensore italiano fa partire uno dei suoi splendidi cross per arrivare a Bisseck, che ha seguito egregiamente l'azione e con una torsione insacca di testa.

Questo coinvolgimento nell'attacco dell'area dei difensori è utile anche perché costringe l'arretramento di giocatori avversari offensivi in marcatura, giocatori che ovviamente hanno meno abitudine nel difendere in area.

In questo caso c'era Saelemaekers, che si dimentica di Bisseck lasciandolo da solo.

Dopo il vantaggio l'Inter quasi decide di sedersi e gioca una secondo tempo in cui ha lasciato tantissimo campo ai padroni di casa, che si son resi pericolosi più volte non permettendo mai all'Inter di tirare per tutti i secondi 45'.

Questo sia per la voglia di recuperare la partita del Bologna che per la grande presenza di seconde linee in campo da parte dei Nerazzurri.

Inoltre a livello fisico la squadra di Motta ha superato quella di Inzaghi, arrivando spesso per prima sulle seconde palle e distinguendosi per ottime riaggressioni, ma anche qui il motivo può essere riconducibile ad una scelta di non sprecare troppe energie in vista dell'importantissima sfida all'Atletico Madrid che varrà l'accesso ai quarti di finale, motivo per cui il baricentro interista si è abbassato moltissimo col passare dei minuti.

La vittoria però alla fine arriva ed il tabù Dall'Ara è sfatato, adesso tutte le energie fisiche e mentali vano ai Colchoneros che magari non se la staranno passando bene a livello di forma e rendimento, ma rimangono avversari che sanno benissimo come affrontare queste partite e che in casa non perdono praticamente mai.

La partita sarà durissima e l'atmosfera di fuoco, bisognerà difendere quel gol di vantaggio acquisito all'andata con le unghie e con i denti, ma questa squadra ci ha abituati a tutto e si può guardare il confronto con speranza.


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