C'è stato un momento, verso le 19, in cui ogni tifoso interista è semplicemente… crollato, scoppiando in lacrime. I più orgogliosi non lo ammetteranno mai, gli altri lo terranno per sè o lo racconteranno, nei giorni a venire, ad amici e compagni di tifo. Il mondo del calcio quest'oggi ha vissuto un incubo per chiunque ami questo sport, e lo sport in generale. Un incubo iniziato al 43' di Danimarca-Finlandia, match valido per la fase a gironi di Euro2020: Christian Eriksen fino a quel momento era stato il migliore in campo, e si apprestava a raccogliere la palla da una rimessa laterale battuta da un compagno. Attimi che resteranno impressi nella nostra memoria: mentre la palla sta per raggiungerlo, il centrocampista dell'Inter si accascia al suolo, esanime.

Ci sono momenti in cui il tempo sembra fermarsi, questo è uno di quelli. Sembra di rivivere scene già viste in passato, e a molti viene in mente ciò che era accaduto a Piermario Morosini, che ha segnato un'intera generazione come accadde negli anni Settanta con Renato Curi. Non si ferma, invece, Simon Kjaer: un giorno, Eriksen lo ringrazierà. Perchè potrebbero essere state proprio le mosse d'urgenza di Kjaer a salvare il compagno e amico: un pronto intervento e un primo (sommario) massaggio cardiaco nell'attesa dell'ingresso dei medici. Medici che hanno svolto un lavoro enorme, rianimando Eriksen dopo minuti ad altissima tensione. Minuti in cui le telecamere televisive cercano di effettuare uno “sciacallaggio” e rubare le immagini della rianimazione, e la Danimarca si stringe attorno ad Eriksen per proteggerlo dagli sguardi indiscreti: un'immagine che dimostra il concetto di squadra. Con Kjaer che dimostra ancora la sua umanità andando a rassicurare e abbracciare la moglie di Eriksen insieme a Kasper Schmeichel.

La dinamica dell'accaduto e l'assenza di notizie fanno tremare i tifosi e temere il peggio, poi la paura si dirada. Arriva un'immagine di Getty Images a mostrare Eriksen cosciente, arrivano le prime notizie rassicuranti. Eriksen è stato rianimato, Eriksen sta bene ed è cosciente: la Danimarca rassicura sulle condizioni della sua stella, Marotta parla di “cauto ottimismo” e le parole dell'agente rassicurano tutti. Eriksen respira autonomamente, parla coi familiari (moglie e padre) e addirittura chiama via Facetime i compagni della Danimarca: “Giocate la partita, fatelo per me”. Una richiesta accolta nonostante i cuori pesanti: la Danimarca domina, la Finlandia viene salvata da Hradecky e passa con Pohjanpalo sull'unico errore danese. Ironia della sorte, è una marcatura sbagliata di Kjaer a sancire la vittoria finnica. Kjaer, il difensore che si era travestito da eroe, che si ricorda all'improvviso di essere umano e si fa sostituire al 63', provato e distrutto psicologicamente da quanto era accaduto all'amico. 

Ma, anche per Kjaer, arriva il sospiro di sollievo: Eriksen è fuori pericolo. Gli esami sostenuti dimostreranno qual è stata la causa del grave malore odierno. Diffidate dalle diagnosi improvvisate dei cardiologi “televisivi”, e condannate alla damnatio memoriae chi si dedica ad ardite e vergognose analisi tattiche per “capire come cambierà l'Inter senza Eriksen”: per questi soggetti, che non si meritano l'appellativo di esseri umani, c'è solo l'oblio. Per Kjaer, invece, il titolo di man of the match ad honorem: l'UEFA l'ha assegnato ad Eriksen per aver vinto la battaglia più difficile, quella per sopravvivere, ma a meritarlo sono i medici danesi e il difensore del Milan. 

Simon Kjaer e Kasper Schmeichel rassicurano la moglie di Eriksen

LA DEDICA DI LUKAKU - “Chris, Chris… Stay strong! I love you!”. Con queste parole Romelu Lukaku dimostra per l'ennesima volta la sua straordinaria umanità: un urlo alla telecamera, e a un Eriksen che magari stava guardando Belgio-Russia dopo aver vinto la sua battaglia. La dedica arriva dopo il gol del vantaggio belga, al 10', e Big Rom gioca l'ennesima partita straordinaria: doppietta in un Belgio impressionante. Per poi sciogliersi nel post-gara, davanti alle telecamere: "È stato difficile giocare oggi. La mia mente e il mio cuore sono con Christian Eriksen. Ho pianto tanto prima del match, ho avuto tanta paura. Ho letto che è fuori pericolo e sono sollevato. Spero che possa stare bene presto". La dedica di Lukaku viene bissata da Hakimi, dopo il gol siglato col Marocco: Haki prima disegna il numero 24 con le dita (numero all'Inter) e poi il 10 (numero nella Danimarca), omaggiando così il compagno e amico Eriksen.

Mentre sono toccanti le parole del medico della Danimarca, Boesen: “Siamo stati chiamati quando Christian Eriksen è caduto a terra. Quando siamo entrati in campo stava respirando e abbiamo controllato il suo polso: c'era battito, poi all'improvviso non l'abbiamo più sentito. E abbiamo cominciato a intervenire per tenerlo in vita. Per fortuna lui si è aggrappato alla vita. E poi, nel tragitto verso l'ospedale, mi ha parlato e abbiamo tirato un sospiro di sollievo”. Come l'hanno tirato tutti i tifosi e appassionati. Forza Christian, siamo tutti con te, e sogniamo di rivederti in campo presto…


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