Il futuro della Serie A: transizione o cimitero di elefanti?
Dopo la partenza dell'ennesimo talento per l'estero, sorge un interrogativo per il futuro della Serie A: sarà sempre più un campionato di transizione o un cimitero di elefanti?
Il futuro della serie A ad un bivio: campionato di transizione o cimitero di elefanti?
Manca poco ormai al fischio d'inizio della Serie A 2022/23. Tutte le squadre hanno cercato di rinforzarsi tramite diversi metodi. Complici gli strascichi della pandemia, gli acquisti sono stati pressoché mirati e non troppo abbondanti, soprattutto andando su svincolati. Durante queste settimane, però, diversi talenti (italiani soprattutto), hanno spiccato il volo per l'estero. Da Gianluca Scamacca, corteggiato a lungo dalle due milanesi per poi finire al West Ham, fino a Destiny Udogie, dato ormai per partente al Tottenham. Sono alcuni di diversi giovani che hanno fatto le valigie e scelto un campionato straniero. La domanda che ci si chiede è dunque: cosa diventerà la Serie A dei prossimi anni? Sarà sempre più un campionato di transizione come affermato qualche tempo fa da Beppe Marotta o, peggio ancora, un cimitero di elefanti?
Scamacca come la bella di Torriglia: tutti lo vogliono, nessuno lo piglia (tranne il West Ham)
Il primo grande addio di un giovane al calcio italiano è stato quello di Gianluca Scamacca. Il centravanti romano, nel corso della passata stagione, spesso è stato accostato a Inter e Milan. Non solo: anche il Napoli aveva sondato il terreno per la punta romana ma niente di più. Troppo alta la valutazione del Sassuolo, almeno per le big italiane. E poi è bastato che un semplice West Ham venisse con 40 milioni in bocca e si portasse via il futuro centravanti della Nazionale. Good Luck, Gianluca. E come diceva Vera Lynn in una sua celebre canzone: “We'll meet again. Don't no when, don't no where. But I know we'll meet again some sunny days”.
Destiny Udogie, promesso sposo alla corte di Antonio Conte
Un altro prospetto che nella scorsa stagione è emerso è Destiny Udogie, che ha saputo ritagliarsi un piccolo ma importante spazio in prestito all'Udinese. La sue buone capacità hanno attirato la curiosità delle big italiane, tra cui la stessa Inter ma non solo. Nonostante l'arrivo di Gosens, infatti, i nerazzurri, volevano definitivamente la fascia sinistra per i prossimi anni dando al tedesco ex Atalanta una degna riserva, meglio ancora se giovane. Malgrado alcuni semplici interessamenti, la Beneamata non ha voluto portare avanti l'affare. Così, da oltremanica si è fiondato il Tottenham di Antonio Conte, che per circa 25 milioni (una vera e propria cifra alta seppur per un giocatore che ha già un anno di esperienza in A) si è assicurato il giovane talento italiano. Attenzione però: gli Spurs lasciano Udogie ancora un anno a Udine in prestito per farsi ulteriormente le ossa. Si tratta indubbiamente di un buon esempio di lungimiranza.
Il caso Lucca: un'occasione ignorata da tutti ma colta dall'Ajax
In questa estate rovente non solo a livello meteorologico ma anche di mercato, un big club in Europa è venuto nel Belpaese a pescare un'occasione ignorata da molti. Parliamo di Lorenzo Lucca, fisicamente molto simile a Scamacca e dotato di un buona propensione al gol. Pur giocando in Serie B a Pisa, Lucca in questi mesi ha destato l'attenzione di diversi club d'Italia ma non solo. Purtroppo, nessuna big del massimo campionato ha fatto l'affondo definitivo. Poco male, perché all'Ajax è bastato solo 1 milione di euro per aggiudicarselo in prestito e (qualora il giocatore dovesse fare bene) altri 10 per l'eventuale riscatto. Un altro talento che ha spiccato definitivamente il volo? Solo il campo potrà dimostrare questo.
Casadei al Chelsea, una ripetizione di quello che fu Zaniolo? Sì, no, forse
E per tornare in casa nerazzurra, negli scorsi giorni si è consumato un addio che sta dividendo l'opinione dei tifosi interisti, ossia quella di Cesare Casadei. Se da una parte è un tassello in più per l'obiettivo agognato dei 60 milioni di attivo richiesti da Zhang, dall'altra c'è l'ipotesi di un'occasione mancata. Ossia, quella di aver ceduto troppo a cuor leggero un talento che nell'ultima annata Primavera ha dimostrato di essere molto valido. Nella scorsa stagione, infatti, Casadei ha totalizzato complessivamente 17 reti tra Campionato e coppe. L'Inter stessa sapeva bene chi era lui ed ha tentato di cederlo sia definitivamente in prestito. Le cause di forza maggiore che tutti sappiamo alla fine hanno spinto i nerazzurri a dire addio definitivamente a Casadei. I detrattori più ostili di Suning gridano a “un nuovo Zaniolo”. Situazioni molto diverse, ma non troppo. L'unica analogia che li lega è forse la scelta (dolorosa) di sacrificarli sull'altare della sostenibilità.
Il futuro della Serie A ad un bivio: quale direzione prendere?
Dopo aver riflettuto su questi casi, è opportuno porsi delle domande su cosa sarà il nostro campionato nei prossimi anni. Secondo alcuni esperti del settore, l'eccessiva presenza di giocatori stranieri o comunque non provenienti dai settori giovanili in A è dovuta alla controversa sentenza Bosman. A detta di questa opinione, il passpartout giuridico che tolse il limite ai giocatori stranieri in tutti i campionati dell'UE dovrebbe essere impugnato e modificato.
In Italia però, il problema è ben più profondo, giacché l'arretratezza del campionato è tangibile anche nelle strutture (diversi stadi sono ancora dell'epoca del Ventennio fascista malgrado varie ristrutturazioni). Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sul giro d'affari. Nell'ultimo anno, il nostro campionato ha fatturato appena 2,5 miliardi contro i 3,1 e 3,5 di Liga e Bundesliga e gli oltre 6 miliardi della Premier, ormai inarrivabile. Indubbiamente tutti i club, in un momento di incertezza e di poca liquidità in circolazione come questo, dovrebbero pescare un po' di più dai settori giovanili invece che affidarsi a over 30. Non è la panacea per un problema ben più complesso, ma una certezza c'è. Ossia che nessun tifoso vorrebbe vedere la Serie A ridotta a un cimitero di elefanti visto che sta già trasformandosi in una rampa di lancio per giovani talenti in contesti più meritocratici.