Dal profilo Instagram di Josè Mourinho
Dal profilo Instagram di Josè Mourinho

“Con l'Inter mantengo e manterrò sempre un legame speciale, ma allenerei una rivale in Italia”
(Jose Mourinho a Sky Sports UK, due giorni fa)

Detto, fatto. In un tranquillissimo 4 maggio, arriva l'annuncio che nessuno si aspettava. Arriva mentre tutta (e ribadiamo, tutta) la stampa sportiva italiana dava per certo lo sbarco di Maurizio Sarri alla Roma, e mentre Gianluca Di Marzio si trovava in diretta su Sky Sport spiegando quali sarebbero stati gli obiettivi dell'ex tecnico di Juventus e Napoli in giallorosso. Un coup de théâtre clamoroso della Roma, arrivato a poche ore dall'annuncio della già certa separazione con Paulo Fonseca al termine della stagione e con un tweet che lascia tutti a bocca aperta: “AS Roma è lieta di annunciare che José Mourinho sarà il nuovo Responsabile Tecnico della Prima Squadra a partire dalla stagione 2021-22”. Guardiamo e riguardiamo quel post che ci compare nella timeline di Twitter, chiedendoci dove sia il trucco: hanno creato un profilo fake così realistico da simulare il verificato della Roma? Siamo su “Scherzi a parte”? Se lo chiede anche Di Marzio, che resta sbalordito per cinque secondi in un'immagine che è già storia della tv. 

Invece è tutto vero.  Mentre Franco Baldini e il board della Roma facevano uscire notizie su Sarri per depistare l'intera stampa sportiva, Tiago Pinto chiudeva con José Mourinho e Jorge Mendes quello che si preannuncia come il trasferimento più intrigante della Serie A 2021-22: Mou ha firmato un triennale e avrà un solo e unico obiettivo, far tornare grande una Roma che sta mettendo a rischio anche la qualificazione in Europa Conference League: i Friedkin dimostrano così di voler investire e di voler vincere, e si prospetta per loro un mercato importante per rifondare una rosa lacunosa e non adatta alle ambizioni mourinhiane. Mentre Mou fa la cosa che gli piace di più: sorprendere gli altri, e sorprendere sé stesso con nuove sfide. 

MOU E QUELLA VOGLIA DI SORPRENDERSI: LA ROMA COME SFIDA MASSIMA - José Mourinho vive per le sfide. Ce l'ha detto e ripetuto più volte. Accettò una sfida venendo all'Inter, che non vinceva la Champions League dal 1965-66 (prima a vincere due edizioni consecutive), accettò una sfida scegliendo il Real Madrid che inseguiva la Decima, ha fatto lo stesso prendendo in mano un Manchester United in ricostruzione o un Tottenham nel bel mezzo di uno psicodramma dopo la finale persa in Champions League e un avvio di stagione disastroso (vedere la serie Amazon, per credere). Farà lo stesso alla Roma, che è reduce da una delle peggiori stagioni sul territorio nazionale: se infatti da un lato Fonseca ha portato i giallorossi alla semifinale di Europa League contro il Manchester United (persa 6-2), dall'altro proprio il cammino europeo e il turnover in campionato hanno portato la Roma a rischiare l'ottavo posto. I giallorossi non hanno vinto uno scontro diretto, hanno subito 53 reti (!) in 34 match con una media di un gol e mezzo incassato a partita e hanno vinto solo uno degli ultimi otto match, con 5pti conquistati (1V, 2P, 5S) e il Sassuolo a soli 2pti. Mou quindi dovrà innanzitutto ricostruire mentalmente la squadra e chiedere innesti importanti, ma non solo. Lo Special One nelle ultime stagioni è stato abbastanza… Normal: il suo approccio psicologico non ha fatto breccia nella nuova generazione di giocatori nè allo United, nè al Tottenham, dov'è stato proprio lo spogliatoio a chiedere la sua testa a metà della seconda (Spurs) o terza (Red Devils) stagione. Mou dunque torna in Italia anche perchè vuole rilanciare la sua carriera nel paese in cui ha lasciato il maggior ricordo, il Triplete dell'Inter.

E poi, torna in Italia per la sfida massima: sono pochissimi gli allenatori che hanno vinto con la Roma, ancor meno (Spalletti, Capello e pochi altri) quelli che hanno costruito un progetto durato anni e anni. Mou, vincendo a Roma o costruendo un progetto pluriennale, entrerebbe dunque nella storia e potrebbe rilanciarsi nel grande calcio. E quello tra Mourinho e la Roma, salutata con un “daje” che è la rivisitazione in chiave romana del “Non sono un pirla” nerazzurro, si preannuncia già come un cocktail esplosivo: immaginatevi i furibondi strali e le conferenze stampa di Mou contro la stampa romana, un ambiente sempre pronto a demolire l'allenatore di turno e/o le mille radio che si occupano dell'AS Roma e del calcio in generale. Popcorn pronti per chi vi scrive, nella speranza che Mou possa rilanciarsi e rilanciare una Roma che personalmente ci ha sempre suscitato simpatia, anche negli anni in cui lottava giornata dopo giornata contro l'Inter degli scudetti e dei mille trofei.

CORSI E RICORSI STORICI: MOU COME HERRERA - Mou come Herrera. Quante volte l'abbiamo letto ai tempi dell'Inter, e i punti di contatto tra Josè ed HH aumentano col passare degli anni. Due allenatori della penisola iberica che hanno reso grande l'Inter e le hanno fatto vincere la Coppa dei Campioni/Champions League, con Mou che riporta un Moratti ad alzare il massimo trofeo europeo 44 anni dopo Helenio Herrera, e non solo. Mou ed HH condividono l'approccio psicologico, quel calcio bello da vedere per chi tifava Inter, ma anche estremamente solido difensivamente e… la Roma. Helenio Herrera lasciò infatti l'Inter nel 1968 insieme ad Angelo Moratti e dopo due anni al di sotto delle tante vittorie, con lo scudetto sfumato a Mantova e la finale di Coppa Campioni persa nel 1966-67 a fare da preludio al 5° posto del suo ultimo anno nerazzurro, e si accasò alla Roma: rimase in giallorosso per cinque anni, vincendo due trofei (Coppa Italia 1969, Coppa anglo-italiana 1972) e tornando poi all'Inter nel 1973 prima di doversi dimettere per un attacco cardiaco. José Mourinho invece tornerà in Italia dopo undici anni, e lo farà alla Roma con un contratto triennale e la volontà di dare vita a un grande progetto. Mourinho che segue le orme di Herrera, ancora una volta, e in un afflato romantico ritrova il “bambino” Santon da lui lanciato nel 2009-10, che ormai si è fatto uomo e (ahilui) ha vissuto una carriera diversa da quella sperata, tormentato da un ginocchio ballerino e da tanti problemi fisici. Il ritorno di Mou ha sorpreso tutti gli interisti, ma personalmente non ci schieriamo con chi lo accusa di tradimento: Mourinho tornerà alla Roma, quindi non alla Juventus o al Milan, e ha fatto solo bene a tornare in Italia e provare a rilanciarsi nel nostro Paese e in un club ambizioso. Ritrovarcelo di fronte da avversario sarà un'emozione, e gli auguriamo buona fortuna per questa nuova avventura, con la speranza di vedere l'Inter duellare con la sua Roma (e sconfiggerla) nell'inseguimento della seconda stella. Mentre, a chi tuttora lo critica per essere andato via con la vettura del Real Madrid dal Bernabeu, e lo taccia di tradimento e scarso interismo, diciamo tre cose: il tempo passa, gli allenatori sono professionisti, fatevene una ragione.


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