Analisi tattica Inter Atletico: grande Inter, 1-0 stretto
A San Siro si gioca uno degli ottavi di finale più interessanti di quest'anno: il confronto tra due ex compagni di squadra che si sfidano a specchio.
L'Atletico, l'abbiamo anticipato, è diventata una squadra diversa rispetto al passato.
Dalle probabili formazioni uscite alla vigilia della partita però si pensava sarebbe tornato ad un atteggiamento rinunciatario, puntando a giocarsi la qualificazione in casa.
Simeone invece schiera Lino invece che Reinildo a sinistra, e prima che cominci la partita si sa già che proverà a giocarsela a viso aperto, non rinunciando alla nuova identità di gioco.
Dall'altra parte invece nessuna sorpresa: l'Inter mette la titolare e fin da subito prova ad imporre il suo ritmo, più alto nelle notti europee rispetto al campionato, notti in cui serve sempre quel qualcosa in più come abbiamo visto più volte.
All'inizio i padroni di casa non trovano tanti sbocchi, l'Atletico pressa alto e uomo su uomo, l'obiettivo per i nerazzurri diventa così quello di attirare la pressione avversaria, con più uomini possibili, per poi cercare centralmente le punte creando transizioni artificiali.
Una volta che non riusciva la pressione gli spagnoli si rifugiavano nel loro blocco basso.
Solitamente si schierano con un 5-3-2, stavolta invece il Cholo decide di limitare le conduzioni dei braccetti e mette in campo un 5-4-1.
Una volta chiusi, è sempre complicato scardinare le difese dei Colchoneros, la squadra di Inzaghi infatti puntava ad attaccare la porta in maniera più dinamica e partendo dal basso.
Una causa della difficoltà a penetrare la struttura avversaria può essere stata anche la scarsa prestazione di Calhanoglu, stranamente impreciso in entrambe le trequarti.
Colpa anche della pressione di Koke, praticamente a uomo su di lui e pronto ad aggredire non appena il turco accennava a proporsi senza palla.
Per fare male a Griezmann e compagni l'Inter, una volta appurato che non ci fossero sbocchi, tornava spesso da Sommer per attirare la pressione e creare le transizioni artificiali di cui abbiamo parlato.
Con lo spazio creato infatti i nerazzurri si trovavano più a loro agio allargando le maglie e trovando più volte Mkhitaryan dietro il centrocampo, spesso però l'armeno ha sbagliato tecnicamente il passaggio finale.
Una rotazione che ha fatto male all'Atletico ea sicuramente quella che portava Dimarco più accentrato per favorire i cambi gioco di Calhanoglu verso Bastoni che a quel punto aveva spazio sulla fascia.
A quel punto Molina saliva sul braccetto di sinistra e De Paul poteva abbassarsi sulla linea dei difensori per marcare Dimarco, c'era dunque spazio dentro al campo per andare direttamente dalle punte.
Lautaro ha fatto un'ottima partita in questo senso: l'argentino era il fattore principale per la risalita del campo interista, in questi casi completava l'azione cercando il quinto di destra, Darmian, che si è però dimostrato ancora una volta un limite per la squadra quando gioca in quella posizione.
L'esterno italiano infatti non ha quella verve offensiva che serve per affrontare il difensore e creare, o punire, superiorità numerica, vanificando spesso gli sforzi fatti sulla fascia sinistra per creare gli isolamenti.
Una volta entrato Dumfries si è vista la netta differenza tra i due, con l'olandese che è stato un vero e proprio spauracchio per Lino.
A destra i nerazzurri sfruttavano le aggressioni di Hermoso su Barella per attaccare lo spazio lasciato dietro il difensore con Pavard, non riuscendo però mai a finalizzare il vantaggio creato.
L'Atletico dal canto suo aveva le idee ben chiare su come fare male ai padroni di casa: l'obiettivo era portare il pallone sulle fasce per far uscire in pressione le mezzali dell'Inter e scoprire il centrocampo, a quel punto potevano attuare la loro amata manovra verticale.
Per farlo cominciavano l'azione con una classica costruzione 4+1, era Barella e non Darmian a pressare il terzino sinistro data l'asimmetria della struttura di Simeone, che portava più uomini su zona di campo.
A destra infatti era Dimarco ad uscire sul terzino.
Come sempre anche l'Inter si chiudeva dietro nel blocco basso quando l'Atletico sviluppava, con i Colchoneros che hanno proposto diverse soluzioni per manovrare l'azione.
Koke e De Paul infatti potevano abbassarsi sulla linea dei difensori anche per favorire la salita del quinto e per allargare il più possibile le maglie interiste.
Altrimenti gli spagnoli mostravano in campo un 3-2-5, con Saul sulla linea degli attaccanti.
La squadra di Simeone, come già detto, cercava il pallone sulle fasce per poi attaccare la linea centralmente sfruttando le doti associative di Griezmann e De Paul.
Quando gli ospiti riuscivano a muovere la palla orizzontalmente spostando i centrocampisti dell'Inter hanno creato le trame più pericolose.
Riuscivano a scoprire il centro del campo per andare dalle punte, attaccate si dai difensori ma sempre pericolose data la loro abilità di giocare nello stretto.
Sulla sinistra il più pericoloso è stato indubbiamente Lino, l'esterno sinistro era dato per escluso, alla fine ha giocato e ha dato del filo da torcere a Darmian e compagni vista la sua abilità nel puntare l'uomo, soprattutto in campo aperto.
L'esterno brasiliano era solito rientrare sul destro partendo largo, favorendo così le sovrapposizioni di Hermoso “alla Bastoni”.
Alla fine dei conti le due squadre hanno giocato una partita coraggiosa ed anche molto divertente da guardare, entrambe hanno sempre cercato la riaggressione del pallone una volta perso, dando vita ad una serie di possessi lunghi ed estenuanti.
A riprova della grand intensità di Inter ed Atletico, ecco il dato sul PPDA: rispettivamente 9.6 e 9.9.
Il fatto che entrambe giocassero in fase di non possesso con il blocco basso, cercando sempre di riconquistare il possesso, ha dato vita a delle posizioni medie interessantissime: tutte e due si sono rivelate molto corte, prevalentemente giocando a centrocampo.
La svolta della sfida, triste dirlo, finisce per essere l'infortunio di Thuram: con l'ingresso in campo di Arnautovic l'Inter acquisisce un attaccante più di peso, che occupa maggiormente l'area e che ama giocare anche in spazi stretti in modo creativo.
Inoltre col passare dei minuti l'Atletico comincia ad accusare la stanchezza e quando i nerazzurri li “chiamano” a pressare si sfilacciano di più, concedendo molti più spazi.
Aggiungiamoci l'estrema fluidità dei padroni di casa ed ecco che i giocatori della Beneamata cominciano a divertirsi per davvero, nel secondo tempo infatti registreranno 1.88xG dei 2.30 totali con costruzioni clamorose.
Il gol di Arnautovic è meritato sia per la squadra che per il giocatore: sono tantissime le occasioni da gol create nella seconda frazione e l'austriaco è parte attiva di ognuna di queste.
Il rammarico è proprio quello di non aver segnato di più vista la mole di gioco creata, ma le sensazioni per questa squadra sono ottime dato che hanno dimostrato, come se ce ne fosse il bisogno, che non parte sconfitta con nessuno, anzi parte sfavorita con pochissime squadre.
Il mondo intero ha potuto vedere la creatura di Inzaghi gli apprezzamenti arrivati sono molteplici, adesso è ora di renderli ancora più concreti con un'altra ottima prestazione in un campo complicatissimo.
I Colchoneros in casa hanno da sempre un ruolino di marcia impressionante e lo stadio sarà una bolgia, ma i nerazzurri hanno tutte le carte per giocarsela alla pari anche lì, a prescindere dalla qualificazione.
Intanto bisogna tornare a concentrarsi sul campionato con il Lecce, in Puglia, come prossimo impegno, da affrontare senza Thuram su cui aspettiamo novità.
Sperando che questo gol dia una nuova linfa ad Arnautovic chiamato a sostituire temporaneamente il francese.