Oh Romelu, Romelu, perché sei tu Romelu? Perché? Tu quoque… avrebbe detto Cesare morente. Fra tutti i giocatori, l'icona, la bandiera. Perché proprio tu? Sei stato molto di più che un semplice calciatore di passaggio, del semplice attaccante goleador. Sei stato un fratello da amare, spiritoso, premuroso, protettivo. Sei stato il capobranco in mezzo alle difficoltà, il trascinatore di un gruppo. 

Sei stato quello che mancava, il contrario del freddo e distaccato Icardi. Uno passionale, più sudamericano che belga. Eppure, in una calda giornata d'estate, te ne sei andato dall'Inter. Direzione Londra. Arsenal? No. Tottenham? No. Al Chelsea, lo stesso club che ti ha disconosciuto per ben due volte.

E tanto amore professammo per te e tanto ne hai dato indietro. Fu, però, vero? L'interista ama,  ma difficilmente perdona se tradito. E il tuo è stato un tradimento, tanto nella forma quanto nella sostanza. E' difficile dire di no a 15 mln, è vero, e, se non per soldi, per cos'altro avresti abbandonato il bell'ambiente costruito intorno a te? L'amore, se c'era, doveva essere incondizionato. E, invece, alla prima difficoltà, hai preferito fuggire verso lidi che ti hanno maltrattato e continuano a farlo, al posto di rimanere per lottare con la nostra maglia.

Sei arrivato due stagioni fa, abbiamo conquistato insieme uno scudetto dopo 10 anni, avremmo potuto fare grandi cose insieme, ma vuoi la gestione opaca della proprietà, vuoi la prestigiosità del Chelsea e il ricco bottino ad attenderti, sei ritornato dove tutto è iniziato, ma dove non riceverai amore, solamente senso del dovere, freddezza e non curanza. 

Neanche il tempo di pensare e di pensarci, neanche una riflessione, non un ripensamento. Il gigante non si volta indietro, perché voltandosi avrebbe trovato una tifoseria pronta ad abbracciarlo, avrebbe rievocato dolci ricordi, il calore interista, la tenacia di un gruppo e andarsene sarebbe stato più difficile. Il gigante ha preferito guardare avanti, senza voltarsi. Un gesto coraggioso, che in pochi capiranno. Però, Romelu, un'ultima cosa: risparmiati il messaggio di addio. Il “grazie” che ci meritiamo serbalo nel cuore. A volte parlare non fa altro che alimentare rancore e odio. Va bene così. 


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