Va bene Ranocchia e D’Ambrosio ma perché rinnovare Kolarov?
Tra la giornata di ieri e questa mattina è stato reso ufficiale il rinnovo di Ranocchia, D'Ambrosio e Kolarov, che saranno legati all'Inter fino a Giugno 2022.
Una scelta della proprietà non condivisibile da molti ma che - se ci si riflette un momento - ha comunque una sua logica.
Dal momento che il raggio d'azione dell'Inter sul mercato è estremamente ridotto - per intenderci: può spendere giusto due spicci -, non rinnovargli il contratto avrebbe comportato di conseguenza a dover fare degli acquisti per rimpiazzarli e rischiare, poi, di non aver il grano per poter effettuare alcun colpo.
Visto che comunque i giocatori in questione sono ben inseriti nei meccanismi e conoscono molto bene l'ambiente - per di più Ranocchia si è abbassato lo stipendio - e considerando che i soldi sono pochi e che sono necessari - con la partenza dolorosa di Hakimi - per prendere un esterno destro, e che, inoltre, li avresti sostituiti con giocatori anch'essi modesti; tutto sommato la scelta di aver prolungato la loro avventura in nerazzurro non è stata poi così sconsiderata. Fatta eccezione per Kolarov.
Perché aver rinnovato il contratto di un giocatore che ormai è alla fine della corsa e che nell'ultima stagione spesso non era disponibile e quando lo era faceva danni?
Soprattutto qual era la necessità?
Anche il fatto di aver ridotto il suo stipendio a 1,5 milioni di euro (più i bonus) non è abbastanza per giustificare il perché di questa scelta: il serbo, come visto quest'anno, ha dimostrato di essere alla fase conclusiva della sua carriera, è stato fermo ai box per gran parte della stagione, e, per finire, il sostituto di Bastoni, in caso che sia indisponibile, lo può coprire - molto bene pure - Darmian, come è già successo a volte. Logicamente sarebbe stato meglio farne a meno e non prendere nessun altro.
Poi potrebbe essere che - si spera - Kolarov smentisca quanto detto con una stagione brillante che ricordi quanto meno quelle che teneva ai tempi della Roma - o magari quelli del City, ma sarebbe chiedere troppo in effetti - e che la scelta di averlo tenuto in squadra si rivelasse la miglior di sempre. Ma è molto improbabile. Non resta che un "speriamo".
A cura di Manuel Delon