Mattia Altobelli all'Inter Academy di Minsk (foto da Instagram)
Mattia Altobelli all'Inter Academy di Minsk (foto da Instagram)

Figlio d'arte, ma non solo. Mattia Altobelli può vantare un'intera esistenza a tinte nerazzurre. Figlio di Spillo, mai dimenticato campione interista, Spillino (lo trovate così sui social) è cresciuto proprio nelle giovanili nerazzurre da attaccante, vincendo il titolo Primavera 2002 (con Oba-Oba Martins) e venendo aggregato alla prima squadra nel 2002/03 (l'anno della semifinale “pareggiata” col Milan) e debuttando in Coppa Italia contro il Bari: l'Inter l'ha poi prestato a Spezia, Spal, Avellino, Torres e Chiasso, prima della separazione definitiva avvenuta nel 2007. Da quel momento in poi, Mattia ha vestito le maglie di Lecco, Pro Vercelli, Rodengo Saiano, Atl. Castagneto, Colognese, Montichiari e Rezzato, suo ultimo club prima del ritiro avvenuto nel 2013 e a trent'anni (Mattia è un classe '83). E ora collabora con l'agenzia Top Eleven, gestita dai procuratori Letterio Pino e Ulisse Savini, che hanno gestito anche Mauro Icardi. Ecco le parole di Mattia (membro di Inter Forever) sulla stagione nerazzurra, e i suoi ricordi dell'esperienza all'Inter. 

LA CORSA-SCUDETTO E IL NAPOLI - "Lo dico già da un po'. Questo scudetto non possiamo perderlo a meno di catastrofi, sia perché siamo molto in forma e consapevoli dei nostri mezzi, sia perché le avversarie zoppicano e non sembrano avere quella continuità necessaria per vincerle tutte come dovrebbero. Quella di domani sarà una partita difficile più per il Napoli che per noi, perché loro devono vincere assolutamente per puntare alla Champions. Noi potremo giocare più liberi mentalmente e contro una squadra che gioca a calcio giochiamo meglio. Sarà una bella partita e sono fiducioso". 

LA LOTTA-CHAMPIONS - “A mio avviso questa giornata sarà decisiva. Se l’Inter fermerà il Napoli allora inChampions andranno Inter, Milan Juventus e Atalanta, com'è giusto che sia dopo il campionato giocato. Il Napoli se la giocherà con chi dovesse uscire sconfitta dal match di Bergamo e se battesse l’Inter, altrimenti per gli azzurri sarà game over”.

BARELLA E BASTONI - “Mi aspettavo quste prestazioni da Barella: era già in Nazionale e quindi più pronto per il salto all'Inter. Bastoni mi ha sorpreso per la velocità in cui è cresciuto, ma se Conte si è fidato subito di lui è perché ha visto che era pronto”.

SENSI - “Dopo Firenze in Coppa Italia (doveva giocare titolare, ma si tirò indietro per un problema fisico non riscontrato dagli esami, ndr) ha perso un treno su cui sta risalendo ora. Ha qualità per imporsi nell’Inter del futuro, ma deve fare un salto dal punto di vista mentale: la testa ogni tanto lo frena per i troppi problemi fisici, cosa che in nazionale non ha perché gli allenamenti sono diversi (e meno intensi) rispetto al club”.

ERIKSEN - “Il fatto che gli altri stessero deludendo o fossero out ha creato le condizioni perfette per insistere su Eriksen, che poi ha ripagato con le prestazioni in campo. Col doppio play (Eriksen e Brozo, ndr) il centrocampo gioca meglio, ma mi aspetto più gol e assist dai suoi pieid, perchè i numeri li ha”. 

CALCIOMERCATO - “La prima mossa dev'essere l'acquisto di un esterno sinistro. Mi piace Spinazzola, che secondo me con Antonio Conte migliorerebbe ancora tantissimo”. 

GLI ANNI IN PRIMAVERA - “Vincemmo lo scudetto e il torneo di Viareggio. Oba Oba Martins era il mio partner d'attacco ed era un bravissimo ragazzo, timido ma fortissimo. Ogni tanto eravamo in camera insieme, e per colpa dei dolori alla schiena me lo ritrovavo a dormire per terra per diminuire il dolore”. 

IL 2002/03, IL DEBUTTO E L'ADDIO ALL'INTER - “Essere aggregato alla prima squadra ha rappresentato un'esperienza fantastica, che mi ha segnato per tutta la vita. Io attaccante che mi allenavo con Vieri, Crespo, Recoba, Ronaldo e Martins. Con un po' più di fortuna avrei potuto esordire in Serie A, ma va bene così: mi ritengo ugualmente fortunato. Ho debuttato in Coppa Italia contro il Bari (4 dicembre 2002, ndr) ed ero felicissimo perchè era un traguardo raggiunto, un punto di partenza per provare a ritagliarmi uno spazio importante. Quando tutto finì ci rimasi un po' male, ma ero un professionista e sapevo che era giusto e normale che l'Inter puntasse sui campioni. Ho girato l'Italia tra Serie B e Serie C, per poi concludere la mia carriera a trent'anni”. 

Mattia Altobelli con la maglia dell'Inter

LA “SECONDA VITA” DI MATTIA - “Abbiamo una chat dei tempi delle giovanili all’Inter, quindi ci sentiamo ancora. Siamo cresciuti insieme, siamo diventati uomini insieme e quindi ci fa piacere sentirci ogni tanto. Dopo il ritiro ho iniziato a collaborare con un'agenzia di procuratori, la Top Eleven, che mi sta dando una possibilità di iniziare un nuovo lavoro con i ragazzi giovani. Speriamo che il COVID possa permetterci di tornare presto alla normalità, andando allo stadio a vedere i ragazzi giocare…”. 


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