Analisi tattica Inter Cagliari: Viola beffa i Nerazzurri
A San Siro l'Inter ha l'occasione di arrivare al derby con a disposizione due risultati su tre per vincere il campionato in faccia ai cugini, trova però davanti a sé un Cagliari agguerrito.
Quattro, solo quattro, sono i punti che distanziano la Beneamata dalla seconda stella alla vigilia della partita contro il Cagliari, una bella opportunità per arrivare alla stracittadina con meno ansia di dover vincere per forza per mandare in estasi il popolo nerazzurro.
Opportunità sprecata purtroppo vista la prestazione non scintillante della squadra di Inzaghi che forse ha sottovalutato un avversario che ha studiato la capolista ed ha condotto una gara attenta e fatta di tanti dettagli che, alla fine, hanno fatto la differenza.
I sardi sono terzultimi per punti conquistati in trasferta nel campionato corrente, forse ci si aspettava una squadra meno arrembante, “sazia” dopo aver ottenuto lo scalpo dell'Atalanta e con la testa verso la Juve, partita da affrontare in casa.
Ranieri invece schiera un 5-4-1 con le idee chiare: togliere dal gioco Calhanoglu ed occupare le catene laterali per poi cercare di ripartire con Luvumbo e Shomurodov.
Inzaghi invece sfrutta i tanti giorni di riposo per schierare sempre i titolari ad eccezione di Pavard e Lautaro, entrambi squalificati.
Ranieri dopo la partita ammette di non aver voluto giocare una partita in fase di non possesso caratterizzata dalle marcature a uomo per paura della capacità interista nel manipolare i movimenti avversari grazie alla sua fluidità.
Anche per questo spicca la sua decisione di non voler pressare alto i padroni di casa, con l'unica volontà di oscurare il più possibile Calhanoglu concedendo tanto spazio per Acerbi, che infatti a fine partita sarà l'uomo ad aver conquistato più metri grazie a passaggi e conduzioni.
Per ricevere il pallone il turco doveva scendere sulla linea dei difensori, facendo così perdere la superiorità che i nerazzurri avevano (sulla carta) a centrocampo.
Gli spazi in ogni caso erano difficili da trovare visto lo schieramento cagliaritano le fasce in particolare erano ben presidiate grazie al loro 5-4-1.
Ovviamente per far funzionare questa struttura, vista la grande quantità di giocatori interisti che attaccano la porta, c'era bisogno di tanto sacrificio da parte dei giocatori anche più offensivi come Luvumbo, che più di una volta si è ritrovato a dover seguire gli inserimenti interni di Bastoni.
Quando ha potuto l'Inter ha giocato con gli spazi, sfruttando il fatto che i centrocampisti sardi arretrassero anche nella linea difensiva per seguire i propri uomini.
Stesso discorso con i difensori: i centrali di difesa degli ospiti rompevano la linea per seguire gli attaccanti interisti che venivano incontro, a quel punto i nerazzurri cercavano di inserirsi nello spazio lasciato vuoto.
Ed è proprio così che sbloccano la gara: Oberto rompe su Thuram, Sanchez legge la situazione e si inserisce alle sue spalle, Mina cerca di mandarlo in fuorigioco, sbagliando, e Hatzidiakos non stringe lasciando Thuram solo in area.
In quali altre soluzioni hanno sofferto i sardi? Quando Jankto saliva in pressione sul braccetto avversario e l'Inter cambiava lato del giropalla il Cagliari rimaneva in inferiorità a centrocampo con i soli Sulemana e Makoumbou a dover coprire tanto campo.
Sia che i due mediani rimanevano vicini..
…che lontani…
…la squadra di Inzaghi trovava lo spazio per superare la seconda linea di pressione.
Per questo Ranieri dopo la prima mezz'ora opta per un 5-3-2 volto a dare volume al centrocampo inserendo Prati al posto del sacrificato Jankto.
La mossa dà equilibrio ai cagliaritani in quella zona del campo rendendo più difficili le imbucate centrali, ma sacrifica così la difesa dell'ampiezza.
Nonostante questo l'Inter non crea troppe occasioni, o meglio fatica a trovare l'ultimo passaggio, il guizzo che può aiutare ad indirizzare fortemente la gara, anche perché Sanchez, con tutto il rispetto, non è Lautaro, e si sente.
Inizialmente il Cagliari però dà qualche difficoltà ai padroni di casa anche in fase di possesso.
La prima costruzione era caratterizzata da un 4+2 (Scuffet, il portiere, faceva parte dei 4) con i due braccetti larghi, Jankto e Luvumbo si accentravano lasciando l'ampiezza ad Augello e Di Pardo.
Con gli ultimi due alti né Dimarco né Darmian potevano salire in pressione, lasciando “isolati” gli attaccanti ed i centrocampisti contro la costruzione avversaria.
All'inizio Thuram e Sanchez stavano stretti per evitare imbucate centrali verso Makoumbou, permettendo però agli avversari di cominciare l'azione allargando il gioco verso i braccetti.
In questo modo le mezzali interisti erano a metà tra l'uscire sul braccetto e stare sul centrocampista.
Poco dopo però Sanchez e Thuram hanno cominciato ad allargare la loro posizione di partenza per non concedere i passaggi verso i braccetti larghi, permettendo anche a Calhanoglu di salire fisso su Makoumbou.
Da qui il Cagliari ha scelto di cominciare l'azione lanciando piuttosto che costruendo, una volta conquistata la seconda palla si disponevano in una struttura tutto sommato simile a quella descritta prima, senza Scuffet chiaramente.
La costruzione in fase di sviluppo infatti era un 3+2 sempre con i braccetti molto larghi.
Sui braccetti Inzaghi come sempre ha mandato le mezzali, svuotando però il centro del campo e permettendo passaggi diretti verso i giocatori offensivi.
Con l'ingresso in campo di Prati le cose sono diventate leggermente più semplici.
Non c'era più infatti Jankto ad occupare la linea difensiva interista e lo stesso Prati era troppo “trovabile”: si è piazzato sempre davanti la difesa e a differenza di Makoumbou si è mosso molto meno senza palla.
Il congolese infatti poteva smarcarsi in ampiezza mandando in tilt le marcature interiste, spesso quella di Thuram che arretrava la sua posizione per non permettere passaggi verso di lui.
Con questo assetto i sardi si sono rivelati meno pericolosi, fino a quel momento Jankto era stato importante anche per i suoi movimenti senza palla, favorendo spesso le ricezioni di Augello.
Alla fine, comunque, le migliori occasioni della partita per la squadra di Ranieri sono arrivate su transizioni guidate da Luvumbo, sicuramente il giocatore più pericoloso ed elettrico dei rossoblù.
Il gol del pareggio tuttavia arriva da una situazione in cui l'Inter solitamente concede poco, ovvero un lancio lungo.
La linea non era messa benissimo, con Luvumbo che ha trovato tanto spazio tra Acerbi e Bastoni per inserirsi dettando il passaggio lungo nello spazio, a quel punto l'ottima sponda per l'accorrente Shomurodov facilita le cose all'uzbeko.
Con l'ingresso di Frattesi, preso a uomo da Sulemana, l'Inter trova la forza di guadagnarsi un rigore ed andare di nuovo in vantaggio, facendosi recuperare però di nuovo dagli ospiti in maniera alquanto rocambolesca.
Partita che finisce in pareggio e sogno del record di punti che dunque svanisce ma poco importa: lo scudetto è vicinissimo e adesso basta “solo” una vittoria contro il Milan per blindarlo e coronare l'obiettivo della seconda stella.