La punizione di Eriksen contro il Milan in Coppa Italia (Instagram Inter)
La punizione di Eriksen contro il Milan in Coppa Italia (Instagram Inter)

Tre anni esatti lo scorso 17 aprile. Tanto è passato dall’ultimo gol su punizione dell’Inter in Serie A: a San Siro, contro il Cagliari, Cancelo mise una palla verso il centro dell’area, nessuno la toccò e il portoghese segnò il suo primo e unico gol con la maglia dell’Inter. 

Un presente sfortunato e quel passato ingombrante

In realtà, questo non è l’ultimo gol in assoluto dei nerazzurri da calcio da fermo: Eriksen contro il Milan in Coppa Italia ha mandato Conte & Co. in semifinale proprio con una rete su punizione battendo il Milan al 97°minuto. Ma in campionato l’astinenza dura da tanto, troppo tempo. Se poi si considera che il gol di Cancelo fu rocambolesco, per tornare all’ultima punizione diretta andata a buon fine bisogna riavvolgere il nastro dei ricordi fino al 1° ottobre 2017. Si giocava Benevento – Inter e a segnare, questa volta con un bel tiro diretto verso la porta, fu Brozovic.

Negli ultimi anni, poi, ci si è messa anche la sfortuna e Sensi ne sa qualcosa: l’ex centrocampista del Sassuolo si è visto negare la gioia del gol dalla traversa per ben due volte nel 2019 contro Udinese e Slavia Praga.

Insomma, sono lontani gli anni in cui Vieri poteva prendersi il lusso di calciare le punizioni per pareggiare il conto con i compagni di reparto. Durante la stagione 2001/2002, infatti, un'Inter in piena lotta per lo scudetto ospitò il Piacenza a San Siro per la 33 ° giornata di campionato. Per gli uomini di Cuper, dopo Cordoba, segnarono Recoba e Ronaldo, entrambi su punizione e, entrambi, lontani dal limite dell'area. Il povero Orlandoni, a difesa della porta del Piacenza, nulla poté contro i due assi sudamericani: "Sul primo gol di Recoba non vedevo la palla - dichiarò nel dopopartita il portiere di Bolzano - ho cercato di un po 'di spostarmi per vederla, ma ti castigano subito. Poi Ronaldo ha calciato anche una punizione forte, si è abbassata e ha fatto un gran gol. La differenza la fanno sempre le giocate dei campioni ”.

Punizioni: una crisi generalizzata

La crisi dei gol su punizione, comunque, non colpisce solo l’Inter, tanto che negli ultimi anni la questione è divenuta quasi un caso. La diminuzione delle reti sui calci piazzati affligge tutti i maggiori campionati europei senza distinzioni, come riportato in un’analisi della Gazzetta dello Sport di fine gennaio. Secondo i dati, infatti, fino a quel momento i gol segnati su punizione in Serie A erano appena nove, contro i dodici dell’anno prima. Una situazione questa che però metteva comunque l’Italia al primo posto, con Liga, Premier e Bundes subito dietro con otto reti e la Ligue1 ferma a sei.

Ultimamente si sta cercando di invertire la tendenza utilizzando stratagemmi più o meno efficaci per sorprendere i portieri. Tra questi, non va dimenticata la doppia barriera, novità che ha preso piede a partire dalla scorsa stagione quando è stato proibito disturbare la barriera avversaria. Ed è stato proprio Eriksen a piazzarla per disturbare Tatarusanu nel gol contro il Milan in Coppa Italia. Un sistema, questo come altri, che rientra nella sperimentazione degli ultimi anni, come ha sottolineato l'assistente tecnico della Nazionale ed esperto in calci piazzati Gianni Vio alla Gazzetta dello Sport: “Vedo una certa sperimentazione. Non è confusione, ma un modo per sorprendere ”. C'è da dire che anche in chiave difensiva, le innovazioni non mancano ed è proprio Brozovic, uno degli specialisti dell'Inter, a rendersi protagonista, ormai dal 2018, del gesto del “coccodrillo”: durante Barcellona-Inter in Champions, infatti, il croato si sdraiò dietro la barriera, per evitare un possibile gol che approfittasse del salto dei giocatori disposti nel muro. Da quel giorno, si ritiene che Brozovic sia l'inventore della mossa, ma in realtà in Brasile veniva usato ben prima che il centrocampista dell'Inter la usasse contro Suarez.

Lo specialista Mihajlovic e Toldo: "Si rimaneva dopo l'allenamento a battere punizioni"

Nonostante l'inventiva, comunque, i gol su punizione non arrivano più come prima e il problema pare quindi molto più generalizzato. Sinisa Mihajlovic, ancora oggi detentore del record di gol su punizione in Serie A, rispondendo a una domanda di Alessandro Del Piero: "Ma te lo spieghi tu, se io da allenatore mi metto a calciare punizioni, ovunque sono stato, non solo a Bologna, e faccio più gol dei miei giocatori anche dopo 15 anni che ho smesso di giocare. Ci sarà un motivo? Se si può migliorare con l'allenamento? Si può fare di più con l'allenamento. Bisogna farlo, ma bisogna avere passione per le cose. Noi dopo l'allenamento restavamo in campo ad allenarci, a fare le sfide, calciare punizioni. Ma io sono dodici anni che alleno: mai successo di trovare un giocatore che dopo l'allenamento mi dice 'mister posso rimanere per tirare le punizioni?', Glielo devo dire io. Perché se capita di domenica il gol non viene mica così. Tutta lì la differenza ”.

Una questione, quella delle sfide post allenamento, sottolineata anche da Toldo, ex portiere dell'Inter, alcuni anni fa parlando di Gabriel Omar Batistuta: “Tutti gli allenamenti rimangonova lì alla fine, a calciare le punizioni. E a 30 anni si è messo in testa di calciare le punizioni anche di sinistro ”. Insomma, è proprio vero che: “Exercitatio optimus est magister”, la pratica è il miglior insegnante.


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