Post match Inter-Monza: buona la prima. L’analisi tattica
Quali sono state le chiavi tattiche della gara? Come si sono comportati i Nerazzurri? Dove possono migliorare?
Ottimo esordio di campionato per i ragazzi di Inzaghi davanti al proprio pubblico, contro un avversario che sappiamo essere molto ostico pur essendosi, sulla carta, indebolito a seguito della cessione di Carlos Augusto e la fine del prestito di Rovella.
Palladino era chiamato al miracolo per fare risultato contro un'Inter anch'essa con alcuni volti nuovi, la maggior parte però in panchina ad eccezione di Thuram e Sommer.
Inzaghi infatti sembra essersi fidato degli uomini che l'hanno portato in finale di Champions e a fare un gran finale di stagione.
Sotto i riflettori soprattutto Calhanoglu chiamato a rimpiazzare stabilmente Brozovic dopo la cessione del croato, compito risultato comunque facile in questa partita sia perché il Monza non ha pressato molto alto, sia perché in fase di non possesso non aveva il classico pivot in fase di costruzione da seguire e quindi il turco era chiamato a fare più un lavoro di copertura.
In possesso il centrocampista turco si abbassava spesso sulla linea dei difensori per formare una linea a 4.
Inter che in costruzione ha mostrato alcune buone soluzioni anche già viste durante la scorsa stagione, confermando l'ottima fluidità posizionale ritrovata nel finale dell’anno scorso, con soluzioni come quelle nelle prossime immagini.
Oltre ai buoni pattern di gioco i Nerazzurri hanno mostrato ottime transizioni difensive con una marcata riaggressione sul pallone, diventata ormai un must per Inzaghi.
E' proprio la riaggressione che porterà al gol che sbloccherà il match: il Monza riconquista palla dopo un angolo avversario, Caprari è subito attaccato da tre giocatori che portano ad un errore in uscita palla.
Successivamente servirà un passaggio d'esterno incredibile di Barella per Dumfries per liberarlo, ma di base è questa aggressività appena perso il pallone che ha fatto la differenza anche per “stanare” la difesa del Monza, che si preparava a far partire la transizione offensiva.
Inter che dopo il gol, come spesso capita, decide di abbassarsi un po' chiudendosi in un 5-3-2 difficile da scalfire per il Monza.
Tuttavia sulla prima costruzione avversaria alzava molto il baricentro portando una pressione uomo a uomo.
Il Monza si è comunque fatto abbastanza vedere dalle parti di Sommer grazie a rotazioni offensive già collaudate e che abbiamo visto spesso anche l'anno scorso, come lo scambio di posizioni tra quinto e mezzapunta (Kyriakopoulos-Caprari o Ciurria-Colpani), Palladino ha anche sfruttato la verve offensiva di D'Ambrosio, talvolta facendolo alzare con Gagliardini che prendeva il suo posto.
L'Inter è andata in difficoltà proprio in situazioni simili, quando gli ospiti hanno attaccato con più uomini sovraccaricando il lato forte per trovare spesso la superiorità numerica.
Anche l'Inter ha fatto del suo forte queste combinazioni nello stretto, soprattutto nella fascia sinistra, da tempo la più “adatta” alla costruzione dell'azione.
Bastoni & co hanno infatti insistito molto su quella porzione di campo per poi scaricare su Dumfries dal lato opposto, come confermato dalla heat map fornita da WhoScored.
Questa una delle classiche azioni da Inter “Inzaghiana", con la formazione di catene laterali con troppi uomini da gestire per le difese avversarie.
Un altro modo per attaccare la linea è stato sfruttare gli inserimenti di Barella sul lato debole per “accorciare” la difesa del Monza e sfruttare l'ampiezza data da Dumfries.
Inter che dunque ha indossato il suo miglior vestito per la prima di campionato davanti al proprio pubblico pur soffrendo un po' nei primi minuti del secondo tempo, ma il Monza è una squadra preparata e ben allenata quindi bisognava metterlo in preventivo. Si è comunque trattato di una sofferenza che in ogni caso non è paragonabile alla gran mole di occasioni creata dai ragazzi di Inzaghi, come testimoniato dai 14 tiri all'interno dell'area o ai 2.69 xG creati (dati SofaScore)
Da segnalare l'ottimo ingresso dei cambi, tra questi un plauso particolare va fatto ad Arnautovic, Cuadrado e Carlos Augusto, elementi che hanno il coraggio di puntare l'uomo, caratteristica che negli ultimi anni è mancata sempre ed è stata il vero tallone d'achille di una squadra che spesso si trova in difficoltà nel creare occasioni da gol contro difese più organizzate per mancanza di iniziativa.
Tra i nomi sopracitati aggiungiamoci anche Thuram, che piano piano sta scaldando i motori e sta facendo vedere iniziative interessanti, oltre ad offrire buone uscite palla grazie al suo gioco di prima.
Atleticamente la squadra sul pezzo, ma come detto da Inzaghi manca un tassello importante in difesa, più qualche tassello per puntellare la rosa.
Attendiamo la fine del mercato, ma già ora l'Inter si è dimostrata una squadra che può competere per obiettivi importanti in stagione.